Obbligazionario Cinese: l’oasi nel deserto dei rendimenti globali?

In un mondo a tassi negativi, il comparto obbligazionario cinese sembra rappresentare (per il momento) un ottimo strumento di diversificazione
4 anni fa
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L'oasi dei bond cinesi

Di questi tempi, la ricerca di un rendimento di segno positivo per i nostri risparmi è sempre più difficile. Per  fronteggiare la recente crisi, le principali banche centrali hanno inondato di liquidità i mercati, abbattendo tassi di interesse e rendimenti obbligazionari. La curva dei rendimenti italiana è negativa almeno fino alle  scadenze dei 5 anni ed addirittura fino ai 20 anni per un paese come la Germania. Inevitabilmente, questo  fattore ha portato i tassi reali (i rendimenti al netto dell’inflazione) in territorio negativo.

 

Il problema dei tassi reali negativi non riguarda solo l’Eurozona ma più o meno tutte le economie avanzate del mondo: Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna, Germania, Canada, Australia, Nuova Zelanda e molti altri, come si può osservare dal seguente grafico.

 

Tassi reali negativi nel mondo

 

Come è facile osservare, il mondo è letteralmente immerso nei tassi reali negativi. Un periodo sicuramente sfavorevole per i risparmiatori, ma senz’altro favorevole per i debitori. Di fatto, i tassi reali negativi aiutano i  debitori, i quali dovranno saldare meno debito (in termini reali) di quello che hanno contratto, mentre dall’altra parte danneggiano creditori e risparmiatori, i quali non si vedranno remunerare i loro risparmi. Fortunatamente però esiste ancora un posto nel mondo dove investire in obbligazioni, al netto del rischio  cambio, risulta conveniente: la Cina (La linea rossa nel grafico). Lo schema seguente ci aiuta a chiarire bene il perché.

 

Inflazione e tassi d'interesse nel mondo

 

Ad oggi la Cina è l’unico paese delle economie avanzate (ad eccezione del Giappone) ad offrire dei tassi reali positivi e quindi a remunerare positivamente i risparmiatori, al netto dell’inflazione.

 

Il rischio cambio

Quando si investe in obbligazioni estere è importante valutare attentamente se sussista o meno il rischio  cambio e cioè il rischio di vedersi erodere le proprie cedole per via di una svalutazione della valuta di  denominazione dei titoli. D’altronde, se ci pensiamo, anche il Venezuela offre dei rendimenti stellari (al  45.30%), allora perché le obbligazioni Venezuelane vengono acquistate solo da pochi temerari e la maggior  parte delle volte perdono valore? La risposta è nei tassi reali negativi per il Venezuela: l’inflazione al 2665%  su base annua (350.000% nel 2019) erode il potere d’acquisto degli investitori.

 

In linea generale ed al netto di fattori politici rilevanti, una valuta che offra rendimenti reali positivi (tassi  maggiori dell’inflazione) vedrà dei flussi monetari in entrata che sosterranno il prezzo di quella valuta sul  mercato dei cambi. In altre parole, un americano che detiene obbligazioni in dollari, vende i suoi dollari per  acquistare obbligazioni in Renminbi cinese. Questo fattore contribuisce a sostenere il prezzo del Renminbi sul mercato dei cambi e quindi ad attenuarne il rischio di una svalutazione.

Il grafico sotto esposto indica:

 

Tassi e rischio di cambio

 

  1. Il differenziale tra i tassi reali cinesi ed americani (Tassi Reali Cina – Tassi Reali USA), linea rossa;
  2. Il tasso di cambio CNY/USD, linea blu.

 

La Cina oggi sta ricevendo dei flussi monetari in entrata di notevole rilevanza, ed il tasso di cambio in questione lo dimostra. Il cambio segue l’andamento del differenziale tra i tassi reali, ed il Renminbi si sta  rafforzando. I tassi reali positivi potrebbero sostenerne il valore, almeno fino a quando non ritornerà l’inflazione nel paese del Dragone. 

 

Durerà a lungo?

Uno dei rischi è che la Banca centrale cinese, la PBOC, possa intervenire sul mercato dei cambi per evitare un eccessivo rafforzamento del Renminbi, evitando così un danno per le esportazioni cinesi. Fattore che ad  oggi però non sembra preoccupare molto gli investitori. Fino a quando la PBOC riterrà conveniente aumentare le proprie riserve in valuta estera, il Renminbi non dovrebbe subire forti pressioni al ribasso. 

Altro fattore di rischio è rappresentato da un possibile ritorno dell’inflazione a livello globale ma  soprattutto in Cina, paese caratterizzato da un’inflazione decisamente più alta che nelle economie  occidentali.

Un ritorno dell’inflazione in Cina andrebbe ad erodere e ridurre il tasso nominale, rendendo meno convenienti le obbligazioni cinesi. 

In ogni caso, di questi tempi il comparto obbligazionario cinese sembra rappresentare un ottimo strumento  di diversificazione per i portafogli obbligazionari, o per dirla con una metafora, sembra una piccola oasi nel deserto dei rendimenti globali.

 

 

 

 

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