La scorsa settimana, la compagnia aerea franco-olandese Air France Klm ha collocato sul mercato nuove obbligazioni in due tranche, di cui la prima di durata triennale e la seconda quinquennale. Inizialmente, l’emittente puntava a raccogliere 600 milioni di euro equamente suddivisi tra le due scadenze. Grazie all’ottima accoglienza degli investitori, però, ha deciso di aumentare la raccolta tramite il bond a 5 anni a 500 milioni. In totale, quindi, ha incassato dall’operazione 800 milioni.
Stando alle indicazioni iniziali, la scadenza a 3 anni avrebbe dovuto offrire una cedola del 3,75% e quella a 5 anni del 4,5%.
Pochi giorni fa, il CEO Ben Smith è intervenuto al Paris Air Forum, al quale ha spiegato di attendersi per quest’estate di volare a un tasso del 60-65% della capacità massima. Soltanto agli inizi di giugno, la compagnia si era mostrata scettica circa un drastico miglioramento delle prenotazioni per i mesi prossimi. Evidentemente, l’allentamento delle restrizioni ha subito portato a un boom di partenze e starebbe migliorando le prospettive a breve dell’industria dei cieli. Quella europea ha raccolto 8,3 miliardi di euro nel primo semestre tramite l’emissione di bond, il doppio dei 4,4 miliardi raccolti nel secondo semestre del 2020. Su base annua, il confronto sarebbe impossibile: da gennaio a giugno dello scorso anno, le compagnie aeree raccolsero appena 800 milioni. Del resto, furono i mesi dei salvataggi e del fuggi fuggi degli investitori dai business maggiormente a rischio a causa della pandemia.
Gli stessi rendimenti offerti dalle obbligazioni Air France, tuttavia, ci mettono in guardia dai rischi assunti investendovi. Il 3% per una scadenza a 3 anni è tanto, se pensiamo che i rendimenti sovrani nell’Eurozona viaggino ancora sottozero.
Se guardassimo alle obbligazioni Air France già negoziabili sul mercato secondario, scopriremmo che il bond “callable” 16 gennaio 2025 e cedola 1,875% offra un rendimento del 3,56%, in deciso aumento nelle ultime sedute. E dire che dal mese di ottobre, il titolo si sia apprezzato di quasi il 32%. Quanto alla scadenza 22 ottobre 2022 e cedola 3,75%, anch’essa ha segnato un rialzo del 24% da ottobre e attualmente rende l’1,65%. I rischi chiaramente ci sono, ma stiamo parlando di una compagnia partecipata dallo stato di Francia e Olanda per il 14% ciascuno. Di fatto, possiamo considerare il debito quasi-sovrano, perché quasi certamente né Parigi e né L’Aja farebbero fallire una loro controllata.