Occhio a rating bond
I bond subordinati del tipo Upper Tier II consentono alla banca di rinviare, ma non di cancellare, il pagamento di una cedola. Questa sarà corrisposta al primo esercizio tornato in utile. Quasi mai si rischia la decurtazione del capitale, mentre in qualche caso possono non avere alcuna scadenza. I bond subordinati del tipo Lower Tier II hanno una durata generalmente decennale e le cedole possono essere cancellate solo nei casi di grave rischio di insolvenza, al verificarsi della quale, questi titoli vengono rimborsati prima delle precedenti tipologie subordinate sopra citate.
La banca emittente si riserva il
diritto al rimborso anticipato non prima del quinto anno di vita, ma se non si avvalesse di tale diritto, la cedola viene incrementata anche in percentuale consistente e i titoli non possono più essere conteggiati tra il capitale di vigilanza. Infine, i bond subordinati del tipo Tier III hanno scadenza solitamente tra i 2 e i 4 anni e non sono computati tra il capitale di vigilanza. Si tratta di titoli poco rischiosi e molto comuni tra i piccoli investitori. In generale, il consiglio è di puntare sulle obbligazioni subordinate solo se si accetta il rischio di perdere finanche l’intero capitale. In ogni caso, bisogna stare attenti al
rating, preferendo di gran lunga emittenti “investment grade” (almeno “BBB-“). Occhio, poi, al grado di patrimonializzazione della banca, al quale spesso sono legate le ipotesi di rinvio o cancellazione della cedola. Il ratio patrimoniale più importante da monitorare è, a tale fine, il Cet1. Quando esso è inferiore ai minimi regolamentare fissati dalla BCE per le grandi banche o comunque al 10%, sarebbe consigliabile pensarci due volte.