La scorsa settimana c’è stata l’emissione di due obbligazioni Bnp Paribas, ideate da Intermonte. Le due tranche sono state denominate l’una in euro (ISIN: XS2840454917) e l’altra in dollari Usa (ISIN: XS2840454834). Presentano caratteristiche interessanti, specie in questa fase di svolta monetaria globale. Interessante il taglio minimo rispettivamente di 1.000 euro e 1.000 dollari. Fanno ben capire che il pubblico a cui sono state rivolte è quello “retail”, cioè dei risparmiatori.
Obbligazioni Bnp Paribas “inverse floater” dopo primo anno
Iniziamo dalle obbligazioni Bnp Paribas in euro.
Successivamente al primo anno, però, le obbligazioni Bnp Paribas riconoscono al possessore una cedola “inverse floater“, cioè variabile e legata inversamente ai tassi di mercato. La formula sarà la seguente: 7% – Euribor 6 mesi. Tuttavia, esiste un cap del 5% e un floor dello 0%. Ciò limita i guadagni massimi possibili per l’investitore, ma lo tutela per il caso in cui i tassi dovessero salire sopra livelli ad oggi considerati anomali, data la storia di questo tasso nei suoi 25 anni di esistenza.
Tranche in dollari, stesso meccanismo
E arriviamo alle obbligazioni Bnp Paribas in dollari. In questo caso, la scadenza è stata fissata per il 20 settembre 2038. Pertanto, la durata iniziale del bond risulta essere di 14 anni. La cedola per il primo anno sarà fissa e pari all’8,5% lordo con corresponsione trimestrale. Successivamente, la cedola diventa variabile e legata anch’essa inversamente ai tassi di mercato secondo la seguente formula: 8,85% – Sofr. Il cap è fissato al 7% e il floor allo 0%. Come sopra spiegato, il tasso massimo pagabile all’investitore verrebbe limitato, ma in cambio questi non riceverebbe mai un tasso negativo, cioè una perdita in conto capitale.
Anche le obbligazioni Bnp Paribas in dollari potranno essere rimborsate in anticipo dopo il primo anno, cioè a partire dal settembre 2025. Il Sofr sostituisce il Libor, un tasso di riferimento assai chiacchierato per via di diversi scandali esplosi nel tempo a proposito della sua fissazione. A differenza del secondo, il primo fornisce il tasso a cui le istituzioni finanziarie si prestano effettivamente denaro “overnight” in dollari. Entrambe le tranche sono quotate e negoziate all’Euro Tlx di Borsa Italiana. Oggi, la tranche in euro si acquista un po’ sopra la pari, a 100,60. Viceversa, la tranche in dollari vale un po’ meno della pari, circa 99,85 centesimi. Il rendimento della prima risulta diminuito rispetto all’emissione, del secondo appena aumentato.
Queste obbligazioni Bnp Paribas riconoscono, dunque, una cedola fissa per il primo anno e, successivamente, fino alla scadenza una cedola variabile inversamente legata ai tassi di mercato. Questo significa che all’investitore converrà che i tassi scendano, perché in quel caso il tasso pagato dall’emittente risulterà più alto. Se i tassi salgono, invece, la cedola si abbassa per via delle due formule di cui sopra.
Tassi attesi in calo
Attualmente, l’Euribor a 6 mesi sfiora il 3,20% e il Sofr il 4,85%. Ipotizzando per assurdo che rimanessero entrambi invariati fino alla scadenza delle due obbligazioni Bnp Paribas, la cedola variabile risulterebbe del 3,80% lordo annuale per la tranche in euro e del 4% per la tranche in dollari. Con il taglio dei tassi, comunque, è prevedibile che sia l’Euribor che il Sofr scendano nei prossimi mesi e anni, per cui le cedole variabili dovrebbero aumentare rispetto ai livelli potenziali attuali.
Se volessimo almeno percepire una cedola media annua in linea con il BTp a 15 anni per la tranche in euro e il Treasury a 14 anni per la tranche in dollari? Dovremmo ricevere il 3,90% in entrambi i casi.
Obbligazioni Bnp Paribas, call probabile con taglio dei tassi
Attenzione, perché se i tassi di interesse scendessero effettivamente in fretta nel prossimo futuro, sarebbero elevate le probabilità che le obbligazioni Bnp Paribas vengano rimborsate prima della scadenza. L’emittente avrebbe la convenienza ad estinguere il debito con la raccolta di capitali a minore costo sul mercato. Infine, occhio al rischio di liquidità. Le due tranche sono state emesse per importi molto contenuti, rispettivamente di 150 milioni di euro e 150 milioni di dollari. Ciò può impedire la formazione di un mercato secondario efficiente per gli scambi.