Siamo agli inizi del 2021, non esattamente un’era biblica fa. Eppure, a guardare a questo bond emesso dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo sembra che siano passati decenni. L’emissione avvenne in lire turche, una valuta emergente altamente instabile negli ultimi anni. Scadenza 19 gennaio del 2024, la cedola fissa offerta fu del 13% (ISIN: XS2280643276). Teoricamente, così alta da coprire l’elevato rischio di cambio. Quando restano poco più di quattro mesi alla data di rimborso, quelle di cui parliamo sono oramai obbligazioni a breve termine.
Crollo lira turca esiziale per bond
All’emissione, il bond fu prezzato a 99,482 centesimi. Un lotto minimo di 1.000 lire, tenuto conto del cambio di 9 contro la moneta unica, costò a un ipotetico investitore dell’Eurozona poco più di 110,50 euro. Un anno dopo, la riscossione della prima cedola di 130 lire, ma al cambio di 15,30. Due anni dopo, altre 130 lire di interessi, stavolta al cambio di 20,37. Oggi, queste obbligazioni a breve termine si acquistano sul mercato secondario a 96,30 centesimi. Il tasso di cambio, poi, è salito a 28,90 contro l’euro.
Mettendo insieme tutti questi dati, otteniamo che l’investitore avrebbe incassato complessivamente poco più di 48 euro tra capitale (33,30 euro) e cedole (quasi 15 euro). Rispetto all’esborso iniziale, il saldo risulta essere negativo per il 56,4%. Una batosta che non si scorda facilmente. Il cambio ha tradito. La lira turca collassò proprio verso la fine del 2021, quasi dimezzandosi di valore contro il dollaro. Le perdite sono proseguite fino ad oggi. Anzi, dopo le elezioni presidenziali del maggio scorso, la banca centrale turca ha avviato una svalutazione del cambio necessaria per riequilibrare le partite correnti e impedire il prosciugamento delle riserve valutarie.
Obbligazioni a breve termine, ecco possibile rendimento effettivo
E cosa accadrebbe se acquistassimo oggi il titolo? Ai prezzi attuali, le obbligazioni a breve termine ci offrono un rendimento alla scadenza del 23,75%.
Se queste previsioni si rilevassero corrette, il rendimento effettivo delle obbligazioni a breve termine sarebbe in doppia cifra. Attenzione, però, perché le stesse sono una media tra il caso più favorevole all’investitore di un cambio a 27,29 e quello peggiore a un cambio di 36,93. Nello scenario più sfavorevole, quindi, il cambio sprofonderebbe da qui alla scadenza del titolo di circa il 22%. E ciò insidierebbe il rendimento, il quale non sarebbe più capace di proteggere il capitale investito dalla svalutazione.