E’ di poche settimane l’emissione delle nuove obbligazioni di Cassa depositi e prestiti (CDP) con scadenza 4 marzo 2029 (ISIN: IT0005568719). Un successo di ordini da parte del comparto retail a cui il bond è stato rivolto, tanto che l’importo iniziale da 1,5 miliardi di euro è stato innalzato a 2 miliardi. Il titolo risulta negoziabile da giorni sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana. Oggi, la quotazione è salita a 103,75. Chi lo volesse rivendere in queste ore, maturerebbe un guadagno del 3,75% lordo, tenuto conto che l’emissione sia avvenuta alla pari.
Queste obbligazioni CDP offrono una cedola fissa del 5% annuo lordo per i primi tre anni, successivamente ai quali la cedola diventa variabile e pari all’Euribor a 3 mesi più uno spread dello 0,90%. La corresponsione avviene con cadenza trimestrale ogni 4 marzo, 4 giugno, 4 settembre e 4 dicembre dell’anno.
Cedole variabili legate ad Euribor 3 mesi
Se da un lato l’aumento della quotazione farà felici i sottoscrittori che volessero disinvestire per monetizzare i guadagni sin qui virtuali, dall’altro rende le obbligazioni CDP meno attraenti per chi volesse entrare adesso sul mercato. Tra l’altro, in poche settimane sono mutate anche le aspettative con riferimento ai tassi di interesse futuri. C’è aria di taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (BCE), al più presto nel marzo prossimo. Il mercato crede che da qui ad un anno il costo del denaro scenda di 1,25-1,50%.
Proprio l’Euribor a 3 mesi ci fornisce indicazioni in tal senso. Attualmente, si attesta al 3,90% e sembra avere raggiunto il picco. Anziché continuare a salire, inizia ad indietreggiare. Le obbligazioni CDP sono legate a questo tasso per le cedole dal quarto anno fino alla scadenza, come abbiamo detto. Stando ai contratti futures, siamo in grado di farci un’idea approssimativa di quali sarebbero le cedole variabili per il triennio considerato. Scopriamo che, in media, l’Euribor a 3 mesi varrebbe il 2,20%.
Rendimento obbligazioni CDP in calo, ma ancora allettante
E’ molto improbabile che i tassi di mercato restino esattamente questi. Ad ogni modo, ragionando sulle attuali aspettative del mercato, otteniamo che la cedola media annua delle obbligazioni CDP nei sei anni considerati si attesterebbe al 4,05%. Tenuto conto della quotazione, il rendimento scenderebbe in area 3,30% e resterebbe a premio sul BTp di pari durata, che al momento tratta un po’ sotto il 3,25%. Per quanto si tratti di un dato meno generoso di quello prospettato dalle condizioni al momento dell’emissione, il bond si conferma allettante. L’inflazione italiana attesa da qui a cinque anni, infatti, è inferiore all’1%. Eccesso di ottimismo, forse. Ad ogni modo, in giro per l’Eurozona non si trova di meglio.