La Danimarca ha iniziato a registrare rendimenti negativi lunga l’intera curva delle sue scadenze sovrane già pochi giorni prima che accadesse alla Germania. Nel 2015, nel disperato tentativo di difendere il “peg” tra corona ed euro, la sua banca centrale introdusse i tassi negativi, un esperimento per il quale fu lodata qualche tempo dopo dal Fondo Monetario Internazionale. Adesso, Copenaghen si è spinta ben più in là, anzi lo sta facendo una sua banca. Avrete certamente sentito parlare di obbligazioni con rendimenti negativi, ormai esplose a un valore mondiale di circa 15.000 miliardi di dollari, perlopiù concentrati in Europa e Giappone.
Avete letto benissimo: non già solo il rendimento, bensì stessa cedola con il segno meno davanti. E’ quanto ha annunciato che farà Jyske Bank, in relazione a un’obbligazione a 10 anni coperta dai mutui residenziali e che sarà offerta sul mercato a un tasso fisso del -0,50%. Prima di proseguire, ribadiamo quanto spiegato più volte in altri articoli: la Danimarca ha un mercato dei mutui immobiliari particolare, perché a fronte della concessione del prestito, le banche emettono bond a sua copertura, garantito proprio dall’asset immobiliare sottostante. In sostanza, presto 700.000 corone danesi a una famiglia per l’acquisto di casa e allo stesso tempo emetto un’obbligazione per finanziare l’operazione, garantita dalla casa medesima.
Le obbligazioni garantite dai mutui danesi opportunità d’investimento?
Questo mercato vale circa 450 miliardi di euro. Le obbligazioni emesse sono “callable”, a tasso fisso o a breve termine, con queste ultime a dovere essere rinnovate ogni tot anni per coprire il finanziamento a lungo termine. I tassi di mercato sono scesi così in basso, che negli anni passati è stato possibile per una fase assai breve prendere a prestito un mutuo a 10 anni dalla banca a interessi negativi, cioè il debitore veniva pagato dall’istituto di credito.
Tassi bancari danesi ormai azzerati
Chiaramente, questo mercato dei “mortgage covered bonds” si regge sullo spread tra tassi attivi (per la banca) applicati ai mutui e quelli passivi da corrispondere agli obbligazionisti. Poiché i primi stanno azzerandosi, le banche stanno iniziando a sperimentare le obbligazioni con cedola negativa. E c’è una ragione per tutto questo. Quando questi titoli sul mercato secondario oltrepassano la parità, cioè scambiano ad almeno 100, le banche sono solite ritirarli dalla circolazione ed emetterne di nuovi a tasso più basso. Ora, tecnicamente resta da vedere come sia possibile l’emissione di bond con cedole sottozero. In teoria, l’obbligazionista periodicamente dovrebbe pagare un interesse alla banca, come se fosse debitore e non creditore.
Poche settimane fa, la Germania ha potuto emettere il suo primo decennale zero coupon, approfittando del tracollo in territorio negativo dei suoi Bund. Attualmente, anche il decennale danese rende in area -0,50%. Il paese scandinavo attira capitali dal resto d’Europa, in quanto percepito una fortezza contro i rischi. Gode del rating “AAA” e anche le sue banche private beneficiano di valutazioni relativamente elevate, per cui le obbligazioni emesse a copertura dei mutui vengono considerate altrettanto sicure. Del resto, il rating non sembra più essere un reale problema per la domanda, se è vero che nelle scorse settimane 14 obbligazioni corporate emesse da società “junk” abbiano offerto rendimenti negativi. Sì, siamo in piena follia e difficile immaginare che finirà bene.
Cosa faccio se ho obbligazioni con rendimenti negativi in portafoglio?