Gli Emirati Arabi Uniti stanno per emettere le loro prime obbligazioni in dollari. Allo scopo è stato affidato il compito ad Abu Dhabi Commercial Bank, Bank of America, Citi, Emirates NBD Capital, First Abu Dhabi Bank, HSBC, JP Morgan, Mashreqbank e Standard Chartered. Già dalla giornata di oggi, le suddette banche terranno una call con gli investitori.
Le obbligazioni in dollari degli Emirati Arabi Uniti saranno suddivise in tre tranche: a 10, 20 e 40 anni. La tranche a 40 anni sarà un cosiddetto “Formosa bond”.
Dicevamo, saranno le prime obbligazioni in dollari degli Emirati Arabi Uniti. Tuttavia, diversi dei suoi sette emirati hanno già emesso debito sui mercati internazionali. Tra questi, la capitale Dubai. Lo scorso anno, essa ha collocato sul mercato anche 1,5 miliardi di dollari su una tranche a 50 anni, con scadenza nel settembre 2070. La cedola fissata è stata relativamente bassa, al 2,70%. Attualmente, esibisce una quotazione inferiore ai 90 centesimi, per cui ha perso circa il 10% dalla sua emissione di un anno fa. Al contempo, guadagna sempre il 10% dai minimi toccati nel marzo scorso. Offre un rendimento del 3,15%, a premio di 110 punti base sul Treasury a 30 anni.
Rendimenti degli Emirati Arabi allettanti
E i rendimenti di Dubai lungo la curva delle scadenze sono da considerarsi un “benchmark” per le obbligazioni in dollari di nuova emissione degli Emirati Arabi Uniti. In effetti, i rating sono sostanzialmente uguali: AA per S&P, AA- per Fitch e Aa2 per Moody’s. Il rischio di credito è sostanzialmente quasi nullo. Lo scorso anno, il paese ha chiuso con un rapporto tra debito e PIL di poco superiore al 38%. Dispone di riserve valutarie vicine ai 110 miliardi di dollari, a fronte di un saldo delle partite correnti cronicamente positivo e pari a quasi il 6% del PIL nel 2020.
In sintesi, le obbligazioni in dollari degli Emirati Arabi Uniti si presentano molto allettanti sotto il profilo del rischio. Allo stesso tempo, esiteranno rendimenti più alti dei Treasuries americani, un fatto che dovrebbe attirare le attenzioni di quanti vorrebbero aumentare la “yield” del portafoglio senza assumersi maggiori rischi.