La pioggia di emissioni di queste prime settimane dell’anno sta vedendo la forte presenza delle banche italiane sul mercato. E ieri è stata la volta di FinecoBank, che ha raccolto 300 milioni di euro in obbligazioni a 6 anni di tipo Senior Preferred (ISIN: XS2590759986). Il bond sarà rimborsato in data 23 febbraio 2029, ma presenta una call al termine del quinto anno. L’emittente potrà, quindi, decidere di rimborsare il titolo con un anno di anticipo. Per i primi cinque anni la cedola offerta è fissa e pari al 4,625% lordo del capitale nominale.
Gli ordini arrivati per sottoscrivere le obbligazioni FinecoBank hanno superato la cifra di 1,2 miliardi, il quadruplo dell’importo offerto. Il titolo sarà negoziato all’Euronext di Dublino sotto la legge italiana. Il taglio minimo è di 100.000 euro. Pertanto, l’emissione è stata rivolta essenzialmente agli investitori istituzionali, pur essendo aperta agli investitori privati con asset o liquidità per almeno 500.000 euro.
Obbligazioni FinecoBank, scommessa sui tassi dal 2028
Ad essersi occupate dell’operazione sono state BNP Paribas, Société Générale e Unicredit. Dicevamo, cedola fissa per i primi cinque anni, al termine dei quali o le obbligazioni FinecoBank saranno rimborsate a 100 o continueranno a fruttare una cedola variabile e legata ai tassi di mercato. A proposito, l’emissione di ieri è avvenuta a premio sui tassi “mid-swap” di 150 punti base, meno dei 175 punti ipotizzati dalla guidance. In un certo senso, inserire il titolo in portafoglio equivale a scommettere sull’andamento dei tassi tra cinque anni.
Le obbligazioni FinecoBank hanno rating S&P atteso a BBB. Pertanto, presentano un rischio di credito medio. L’istituto è molto solido, come emerge dai dati patrimoniali al 31 dicembre 2022. Il CET1 ratio è salito al 20,82% e il patrimonio netto vale 1,91 miliardi. A fronte di prestiti alla clientela per 6,5 miliardi, i crediti deteriorati netti ammontano a soli 3,5 milioni.
L’investitore che acquista obbligazioni FinecoBank si espone anche ad un rischio di liquidità. Esso deriva dall’importo scarno emesso, il quale rende più difficile la formazione di un mercato secondario per le negoziazioni tra privati. Quanto al tipo di bond, parliamo di un Senior Preferred. In caso di “bail-in“, contribuirebbe alle perdite dopo le azioni e le obbligazioni subordinate. Da notare, infine, che il 4,625% lordo equivale al 3,42% netto. Si tratta all’incirca dello stesso rendimento offerto dai BTp a 5 anni. Con la notevole differenza che i titoli di stato, in teoria, sarebbero meno rischiosi.