Obbligazioni FS 2025, caratteristiche e dettagli

Le obbligazioni FS 2025 (XS1639488771) pagano una cedola a tasso fisso del 1,50%. Taglio minimo 100.000 euro
7 anni fa
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Tre anni e mezzo dopo l’ultima emissione, che risale a quando a capo del gruppo c’era ancora Mauro Moretti, FS torna sul mercato con un bond da un miliardo di euro, prezzato con uno spread di 105 punti base sul midswap, che lo colloca praticamente alla pari rispetto al livello del Btp di ari scadenza (giugno 2025).

 

L’operazione è stata gestita da un consorzio di istituti di credito composto da Barclays, BnpParibas , Credit Agricole Cib, Deutsche Bank , Goldman Sachs, JpMorgan e Unicredit .

La taglia dell’emissione era stata prevista in circa 800 milioni di euro, ma le domande pervenute per 1,8 miliardi di euro hanno convinto Ferrovie dello Stato e le banche a portarla a un miliardo tondo. Il bond, il primo della gestione dell’ad Renato Mazzoncini, rientra nel programma Euro medium term notes da 4,5 miliardi, aggiornato il 13 giugno scorso con un ampliamento fino a un massimo di 7 miliardi di euro tra questo e il prossimo anno.

 

Obbligazioni FS 1,50% 2025

 

Il taglio minimo del bond (isin XS1639488771), che ha cedola annuale a tasso fisso del 1,50% e verrà collocato alla Borsa di Dublino, è di 100 mila euro. Il Cda di FS aveva deliberato circa un mese fa l’emissione di prestiti obbligazionari per un valore complessivo di 2,1 miliardi di euro. I proventi andranno a finanziare parte del piano 2017-2026, in particolare l’acquisto di materiale rotabile per il trasporto regionale e per la media e lunga percorrenza di Trenitalia, e per l’infrastruttura alta velocità di Rfi. Nei piani di FS rientrano anche i green bond, destinati a progetti eco-sostenibili e ad attrarre i cosiddetti investitori etici. Il gruppo e’ valutato BBB- da S&P e BBB da Fitch, in entrambi i casi con outlook stabile.

 

Le sottoscrizioni registrate dall’emissione hanno segnato il sorpasso da parte degli investitori istituzionali esteri su quelli italiani, che hanno coperto il 48% del totale.

Si tratta per lo più di asset manager, banche centrali e private, assicurazioni e fondi pensione. Al di fuori dell’Italia, le richieste maggiori sono arrivate da Germania e Austria (16%) Francia (10%) e Uk (7%).

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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