Bond Generali 2026 a ruba, rendimenti in forte calo

Ordini oltre sette volte l’importo offerto per la nuova obbligazione subordinata del Leone di Trieste (XS1062900912). Il rendimento scende al 4,22%
11 anni fa
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Quando si parla di nuove obbligazioni Assicurazioni Generali, tutti si mettono in fila. Tanto è la fiducia che il mercato ripone nel Leone di Trieste, come lo scorso mese di gennaio quando Generali collocò con ampio successo un prestito da 1,25 miliardi a sei anni.

 

Ma stavolta qualcosa non è andato per il verso giusto e per i sottoscrittori non si è rivelato un grande affare. Come anticipato da investireoggi.it, la compagnia triestina di assicurazioni ha appena concluso con successo il collocamento benchmark di un prestito obbligazionario ibrido (Lt2) a 12 anni.

Una operazione che si inserisce nel programma EMTN da 10 miliardi approvato da Generali, alla costante attenzione degli investitori qualificati e istituzionali. E la risposta del mercato è stata sorprendente, con domande da parte degli investitori istituzionali provenienti da ogni angolo del pianeta, pari a 7,25 miliardi di euro. Tuttavia, a causa della forte pressione della domanda, il rendimento finale è stato abbassato a 225 punti sopra il midswap contro una indicazione iniziale di 250 punti base, già bassa. A monte di tutto ciò – osservano gli analisti – c’è sul mercato una richiesta pazzesca di rendimenti da parte degli investitori, unita alla solidità finanziaria degli emittenti oltre che della levatura internazionale di alcuni gruppi industriali di cui l’Italia può andare fiera. Cosa percepita anche in tempi di vacche magre, due anni fa, quando Generali fece il pieno lanciando sul mercato un bond a 30 anni con cedola 10,125%

 

Obbligazioni Assicurazioni Generali tasso fisso 4,125% 2026

 

generali

Le nuove obbligazioni Generali da 1 miliardo di euro mirano a sostituire un prestito subordinato da 500 milioni con Mediobanca, ripagato il 7 aprile, e ulteriori obbligazioni per 500 milioni con scadenza il 6 maggio 2015. Ma c’è chi pensa anche che parte del funding sarà riservato all’acquisto di una quota di Telecom Argentina in via di dismissione da parte del colosso telefonico Telecom Italia. La sostituzione dei due prestiti, comunque, dovrebbe consentire sensibili risparmi al gruppo Generali, in considerazione dei tassi di mercato estremamente bassi.

L’asta è stata gestita in qualità di lead manager da Mediobanca, Unicredit, Morgan Stanley, Ubs Investment Bank e Barclays che hanno prezzato il bond Generali a 99,073 (Isin XS1062900912) per un rendimento lordo a scadenza del 4,225%, più basso di quanto atteso dal mercato alla vigilia. “Il bond ha incontrato l’interesse degli investitori, anche oltre le nostre attese – osserva un delear – e il titolo è uscito meglio dei due subordinati di Generali attualmente sul mercato. “Sicuramente è piaciuto il carattere difensivo di questo titolo, a cominciare dal rating”. Ma se la vendita è risultata un affare per Generali, altrettanto non si può dire per gli investitori che hanno pagato un po’ troppo un corporate subordinato e lungo. Il bond sarà quotato alla borsa del Lussemburgo e negoziabile per tagli minimi di 100.000 euro con multipli aggiuntivi di eguale importo. La cedola è stata determinata in 4,125% annuo con data di stacco 4 maggio.

 

 

Obbligazioni Generali, il giudizio degli analisti 

 

[fumettoforumleft]La valutazione attesa dell’obbligazione è Baa3 per Moody’s, BBB+ per S&P,’BBB per Fitch. Quest’ultima – precisa una nota – ha dato al bond un rating di BBB ritenendo che l’emissione sia “marginalmente positiva per l’adeguatezza del suo capitale. Fitch valuta questa operazione come neutra per l’emittente in termini di leverage finanziario e marginalmente positiva per i coefficienti patrimoniali. L’emissione, che contribuirà al calcolo del Tier 2 di Generali, non è infatti riacquistabile (callable) e non prevede la possibilità di rimandare il pagamento della cedola.

 

Generali, utili in forte crescita raddoppia il dividendo e cambia l’azionariato

 

assicurazioni

Assicurazioni Generali, quarta compagnia al mondo per fatturato dopo AXA, Allianz e ING Group, ha chiuso il 2013 con un utile netto di 1,915 miliardi, in netto miglioramento rispetto ai 94 milioni del 2012.

Il risultato operativo è invece cresciuto complessivamente del 5,3% a 4,207 miliardi. Si tratta del miglior utile netto degli ultimi sei anni, dice una nota. Il Cda ha proposto un dividendo più che raddoppiato a 0,45 euro per azione da 0,20 del 2012. Intanto cambia la mappa dell’azionariato in Generali. Risulta infatti che il Fondo strategico italiano (FSI) abbia continuato ad alleggerire la propria posizione rispetto al 4,5% ereditato da Bankitalia. Lo scrive “il Sole 24 Ore” aggiungendo che avrebbe invece incrementato il proprio peso BlackRock (a circa il 2%) e nella compagine azionaria sarebbe spuntato anche il fondo Vanguard (con l’1%). Negli ultimi mesi i nuovi investitori sono cresciuti del 20% e tra questi il numero di fondi è cresciuto addirittura del 36%. Nella presentazione del bilancio 2013, infine, la compagnia ha reso noto di avere scadenze obbligazionarie per 2,25 miliardi quest’anno e di voler ridurre nel 2014 l’ammontare del debito di almeno 750 milioni.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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