Goldman Sachs ha emesso nei giorni scorsi nuove obbligazioni in euro e destinate al mercato retail italiano, come dimostra il lotto minimo di appena 100 euro. Il bond ha scadenza in data 1 marzo 2037 (ISIN: XS2708218800), per cui presenta una durata iniziale di 13 anni. Ma si tratta di un callable, in quanto la banca d’affari americana si riserva la facoltà di rimborsare il capitale in anticipo insieme alla cedola maturata dall’obbligazionista ad ogni data di pagamento di quest’ultima, vale a dire ogni 1 marzo dell’anno.
Cedola decrescente fino alla scadenza
Non è l’unica caratteristica peculiare delle nuove obbligazioni Goldman Sachs. Esse offrono una cedola decrescente o “step-down”:
- 8% per i primi tre anni;
- 3% per il quarto e quinto anno;
- 2% per il sesto e settimo anno;
- 1,75% per l’ottavo e nono anno;
- 1,50% per il decimo e undicesimo anno;
- 1,25% per il dodicesimo e tredicesimo anno.
Supponendo che le obbligazioni Goldman Sachs arrivino a scadenza, cioè che non avvenga alcun rimborso anticipato, il rendimento medio lordo annuo sarebbe di circa il 3,31%. Al netto dell’imposizione fiscale del 26%, scenderebbe al 2,45%. Chiaramente, il discorso cambia nel caso di esercizio della call. Ad esempio, se l’emittente rimborsasse il capitale dopo uno o due anni, l’obbligazionista otterrebbe un rendimento dell’8%. Se lo facesse dopo quattro anni, il rendimento lordo sarebbe ancora del 6,75%.
Esercizio call probabile con taglio dei tassi
Dunque, all’investitore converrebbe che le obbligazioni Goldman Sachs fossero eventualmente rimborsate dopo pochi anni dall’emissione. Tuttavia, il rischio sarebbe per loro di non riuscire a impiegare il capitale in altri bond con rendimenti almeno pari a quello atteso alla scadenza dal presente. In effetti, come spiega la stessa banca, il rimborso anticipato diventa probabile se essa avrà la possibilità di rifinanziarsi sul mercato a tassi più convenienti.
Obbligazioni Goldman Sachs con rating medio-alti
Il rischio di credito per le obbligazioni Goldman Sachs è da considerarsi, invece, relativamente basso. I rating delle agenzie internazionali sono medio-alti: BBB+ per S&P, A per Fitch e A2 per Moody’s. Infine, occhio anche al rischio di liquidità, vale a dire alla possibilità di non riuscire prontamente a rivendere il bond tempestivamente e ai prezzi dati. L’importo emesso è stato scarno, di appena 80 milioni di euro. E ciò accresce le probabilità che non si formi un adeguato mercato secondario. Le negoziazioni sono già possibili sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana, dove ieri la quotazione del bond era alla pari.