Martedì 8 giugno, Goldman Sachs ha emesso nuove obbligazioni a 10 anni in dollari, “callable” e a tasso misto “steepener” (ISIN: XS2061620824). Basso il taglio minimo, di appena 2.000 dollari. Vediamo una ad una tutte le caratteristiche del bond. Anzitutto, essa offre una cedola fissa per i primi due anni del 4% lordo. Al netto della tassazione, il tasso d’interesse scende al 2,96%. Il pagamento è annuale e posticipato. Il primo avverrà in data 8 giugno 2022. A partire dal terzo anno e fino alla scadenza, la cedola diventa variabile.
Questo significa che le obbligazioni Goldman Sachs offriranno un rendimento lordo alla scadenza che varia da un minimo ponderato dell’1,6% e un massimo del 4%. L’1,6% sarebbe percepito dall’obbligazionista nel caso in cui la cedola riscossa dal terzo anno e fino alla scadenza fosse sempre dell’1%. Il 4% nel caso in cui la cedola riscossa dal terzo anno alla scadenza fosse sempre del 4%.
Allo stesso tempo, queste obbligazioni Goldman Sachs sono “callable”, cioè l’emittente si riserva la facoltà di rimborsarle anticipatamente, ma a partire dal sesto anno e fino al nono. E il rimborso del capitale avverrà in dollari USA, così come l’acquisto. Venerdì scorso, il rendimento del Treasury a 10 anni si attestava all’1,56%, quello a 2 anni allo 0,15%. Pertanto, la differenza tra i due tassi risultava dell’1,31%. Allo stato attuale, quindi, la cedola variabile sarebbe superiore al 2,60% lordo. Ipotizzando che il differenziale restasse tale fino ai prossimi 10 anni, il rendimento lordo medio del bond sarebbe di circa il 2,90%.
Obbligazioni Goldman Sachs: le opportunità
Queste obbligazioni Goldman Sachs appaiono interessanti sotto diversi profili. Anzitutto, offrono un tasso iniziale fisso relativamente elevato per una scadenza decennale.
Peraltro, l’economia americana è già entrata in fase di rimbalzo del PIL dopo la crisi provocata dalla pandemia. E’ probabile che, dato il boom dell’inflazione, la Federal Reserve si trovi costretta ad alzare i tassi d’interesse prima della BCE. E ciò sosterrebbe il dollaro USA e farebbe lievitare i rendimenti dei Treasuries, ampliando il differenziale tra decennali e biennali. Un toccasana per le obbligazioni Goldman Sachs, che diverrebbero più redditizie per i possessori.
Esistono, tuttavia, anche alcuni rischi. Di cambio, se in cui il dollaro si deprezzasse contro l’euro. In quel caso, il valore del capitale investito si ridurrebbe. Inoltre, qualora l’economia americana non dovesse andare bene e la FED tagliasse i tassi, i rendimenti dei Treasuries si “sgonfierebbero” e la curva si appiattirebbe. Le cedole risulterebbero basse. E nel caso di rimborso anticipato, l’obbligazionista perderebbe il rendimento minimo garantitogli dalle cedole rimanenti, mentre potrebbe trovarsi e impiegare il capitale ottenuto in asset meno redditizi, a seconda delle condizioni del mercato allora esistenti. Infine, occhio alla scarsa liquidità del bond sul mercato secondario, emesso per un controvalore di appena 95 milioni di dollari.