Nel mese di settembre, la banca d’affari americana Goldman Sachs emise sul mercato italiano obbligazioni a tasso misto e scadenza in data 6 settembre 2027 (ISIN: XS2470210514) per l’importo di 80 milioni di euro. Il bond prevede il pagamento di una cedola annuale lorda del 2,50% fisso per i primi due anni. Successivamente, la cedola diventa variabile e pari all’Euribor a 3 mesi rilevato due giorni prima dell’inizio del periodo di godimento. La buona notizia per gli obbligazionisti è che esiste un “floor”, cioè un tasso minimo lordo al di sotto del quale la cedola non può scendere: 2,50%.
In pratica, se alle date sopra indicate l’Euribor a 3 mesi risultasse inferiore al 2,50%, le obbligazioni Goldman Sachs staccherebbero per l’anno considerato una cedola del 2,50%. E non esiste, invece, alcun tetto. Dunque, la cedola può salire illimitatamente insieme all’Euribor a 3 mesi.
Ieri, queste obbligazioni Goldman Sachs quotavano sul MoT di Borsa Italiana a neppure 96 centesimi. Questo significa che il loro rendimento alla scadenza risulta aumentato rispetto all’emissione. Infatti, l’investitore paga il bond ad un prezzo inferiore al suo valore nominale. La differenza rappresenterà per lui una plusvalenza da realizzare alla data di rimborso. Ma siamo in grado di capire quale sia il rendimento alla scadenza?
Obbligazioni Goldman Sachs, rendimento atteso
La risposta non può essere immediata. Come abbiamo detto, le obbligazioni Goldman Sachs staccano cedole fisse per i primi due anni, mentre per i successivi tre anni le cedole sono variabili. E non essendo possibile a priori conoscere il valore dell’Euribor a 3 mesi, esiste un’aleatorietà forte. Tuttavia, essa è mitigata dall’accennato “floor”. Infatti, possiamo affermare con certezza che il rendimento alla scadenza non sarà inferiore a circa il 3,50% lordo.
Possiamo, però, compiere un passo in avanti nel cercare di capire di più. Il mercato sconta attraverso i futures i tassi futuri nell’Area Euro.
Ma il mercato può benissimo sottostimare il livello futuro dei tassi. Se così, il titolo si rivelerebbe più redditizio. Può anche sovrastimare i tassi, ma per il “floor” fissato cambierebbe poco per l’investitore. Non scenderebbe sotto il 3,50% medio e, invece, può salire ben al di sopra del 3,80% calcolato sulla base delle stime sull’Euribor.