Obbligazioni in lire turche sicure, rendimenti a doppia cifra e durata breve

I bond in lire turche offrono rendimenti molto appetibili con la stabilizzazione del cambio. E quelli emessi da enti sovranazionali non presentano il rischio di credito. Ecco due obbligazioni da adocchiare.
5 anni fa
2 minuti di lettura

Sono state emesse lo scorso hanno, ma di fatto risultano negoziabili sul MoT solamente da qualche seduta. E per gli investitori europei si tratta di una grossa opportunità di guadagno, da ponderare rispetto ai rischi di cui parleremo nel prosieguo dell’articolo. Parliamo delle obbligazioni in lire turche emesse dalla Banca Inter-Americana per lo Sviluppo, un ente sovranazionale sudamericano, che gode del rating “AAA”. I bond di cui sopra sono con scadenza 28/09/2020 e cedola 25% (ISIN: XS1883359264) e 25/10/2021 e cedola 26,50% (ISIN: XS1895133723).

I tassi offerti, come avrete notato, si mostrano molto generosi, specie di questi tempi. E, in effetti, una ragione c’è: la lira turca è una valuta emergente volatile e che negli ultimi anni si è di molto deprezzata contro le altre. Ad esempio, ha perso oltre il 53% contro l’euro negli ultimi 5 anni.

L’erratica politica estera del presidente Erdogan e la scarsa indipendenza della banca centrale, nonché i cronici disavanzi commerciali e correnti della Turchia non depongono a favore di previsioni positive sulla lira, ma negli ultimi mesi la situazione sembra essersi stabilizzata: l’inflazione ha iniziato a scendere (pur risalendo a luglio) e i tassi hanno potuto essere abbassati senza intaccare il cambio, che si è rafforzato ai massimi da inizio aprile contro euro e dollaro.

Bond in lire turche, banche chiedono al governo più emissioni a 10 anni

Rendimenti delle due obbligazioni in lire turche

Le obbligazioni in lire turche con scadenza residua di poco superiore all’anno rendono più del 14%, tenendo presente che sul MoT le si acquista oggi a più di 110. Le seconde offrono il 12,50% e prezzano a oltre 124. Notiamo che, per quanto alti, siano livelli di rendimento inferiori rispetto a quelli esitati dai bond emessi da Ankara sulle due scadenze e rispettivamente al 16,3% e al 15,4%. Lo spread è dato dal rischio sovrano scontato sui mercati, praticamente nullo nel caso della Banca Inter-Americana per lo Sviluppo e nei fatti basso anche per il caso della Turchia, che ha livelli di indebitamento inferiori al 30% del pil, sebbene il suo problema sia l’eccessiva dipendenza dai capitali stranieri e le elevate esposizioni in valute forti.

Considerando che persino i titoli di stato italiani stiano rendendo sottozero sulle brevi scadenze, l’investimento in queste due obbligazioni in sé andrebbe preso in considerazione, pur scontando un rischio non basso di cambio. In teoria, un deprezzamento della lira contro l’euro a doppia cifra minaccerebbe il rendimento e finanche il capitale. Va detto, per contro, che la valuta emergente dovrebbe beneficiare nei prossimi mesi dell’accelerazione al ribasso dell’inflazione, anche grazie al tonfo del petrolio, nonché dell’allentamento monetario di Federal Reserve e BCE.

Bond in lire turche a 6 mesi, rendimento al 26% e sicuri: ecco l’affare

Da qui a breve, quindi, salvo imprevedibili colpi di testa del governo turco in politica estera, le condizioni sul mercato dei cambi dovrebbero migliorare o almeno stabilizzarsi. Per la scadenza a 2 anni, se da qui al 2021 la BCE iniziasse ad alzare i tassi o segnalasse di volerlo fare, il deprezzamento della lira sarebbe un rischio più concreto, anche se gli alti livelli di rendimento delle obbligazioni in lire turche avrebbero costituito già una sorta di cuscinetto contro future tensioni, attirando capitali dall’estero in cerca di remunerazione e in fuga dai tassi negativi di Eurozona e Giappone, in particolare. Da notare come i due titoli abbiano guadagnato rispettivamente il 13% e il 24,4% dalla data di emissione, risalente in entrambi i casi all’autunno scorso.

[email protected] 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema OBBLIGAZIONI

Articolo precedente

Conti correnti svizzeri nel mirino del fisco: chiesti i nomi degli italiani a UBS

Come sapere se superi i 35 mila euro di reddito per il bonus 200 euro: tutto quello che è incluso
Articolo seguente

Bonus affitto o quota mutuo: chi non fa il bonifico perde il reddito di cittadinanza?