E anche le uniche obbligazioni del Venezuela ancora non in default potrebbero finirci presto. Parliamo di quelle emesse dalla compagnia petrolifera statale PDVSA, cedola 8,50% e con scadenza ottobre 2020 (ISIN: USP7807HAV70), chiaramente in dollari americani. Qualche giorno fa, l’amministrazione Trump ha esteso le sanzioni contro il governo di Caracas con un ordine esecutivo, il quale “congela” tutti gli assets detenuti da questi in territorio USA, un fatto che il regime di Nicolas Maduro ha commentato per bocca del suo ministro degli Esteri come un “blocco commerciale, finanziario, economico e criminale”.
Bond Venezuela, come e quando ottenere indietro i soldi dell’investimento
Procediamo con ordine. A fine ottobre, giungono a scadenza pagamenti per 913 milioni di dollari e relativi alle obbligazioni PDVSA 2020, garantite dal 50,1% delle azioni di Citgo, la raffineria controllata e con sede nel Texas, che ogni giorno si occupa di 750.000 barili di petrolio e senza la quale il Venezuela non avrebbe di fatto modo di vendere il suo greggio ai clienti stranieri. Il restante 49,9% del capitale risulta in pegno alla russa Rosneft per via di finanziamenti da questa concessi negli anni passati.
A maggio, pur tra enormi difficoltà finanziarie, Guaido ha ordinato al board di PDVSA da esso nominato – parallelo a quello che risponde agli ordini del regime di Maduro – di onorare una scadenza da 71 milioni di dollari, così da evitare che i creditori fossero nelle condizioni di espropriare Citgo, l’unica vera gallina dalle uova d’oro del Venezuela. Ma gli oltre 900 milioni da pagare tra circa 2 mesi e mezzo sono tanti, considerando che il paese sudamericano vive tra ristrettezze quotidiane indicibili e che non possegga riserve valutarie sufficienti nemmeno per importare beni di prima necessità, né produce petrolio in quantità tali da garantirsi afflussi di dollari tramite le esportazioni.
Obbligazioni PDVSA 2020 e il default quasi certo
Ed ecco che l’ordine esecutivo del presidente Donald Trump sull’embargo sarebbe stato un ottimo escamotage per fare in modo che l’eventuale inottemperanza di Guaido sul bond PDVSA 2020 possa offrire ai creditori il pretesto per impossessarsi di Citgo. Poiché quest’ultima risulta tra gli assets congelati dal governo americano, in caso di default anche su queste obbligazioni, i creditori non potrebbero espugnare la raffineria texana. Insomma, la mossa di Trump è stato un modo piuttosto furbo di aiutare l’alleato Guaido, evitandogli sin d’ora di dovere accantonare dollari preziosi per evitare di perdere il controllo di Citgo. In questo modo, potrà concentrarsi su altro, ad esempio sull’uso degli scarsi dollari disponibili per ragioni umanitarie.
Bond Venezuela, riuscirò a recuperare l’investimento o il default sarà permanente
Dal team di Guaido si nega che il presidente auto-eletto punti al default. Fatto sta che esso starebbe incontrando alcuni legali per assicurarsi che la scadenza eventualmente saltata a ottobre non comporti la perdita del controllo della raffineria. Un esito, se vogliamo, quasi scontato. Gli obbligazionisti si erano forse illusi che almeno questi titoli l’avrebbero scampata, ma il destino sembrava scritto sin dall’emissione, risalente solamente alla fine del 2016, quando i guai del paese andino erano piuttosto evidenti. Chiaramente, nessuno tra la squadra del presidente riconosciuto dall’America si affretterà ad ammettere con largo anticipo che intenda saltare il pagamento, volendosi mostrare responsabile nei confronti dei creditori. Probabile che la verità sarà svelata a ridosso della scadenza.