Obbligazioni in rubli: BEI lancia bond a tre anni con cedola 6%

I bond in rubli emessi dalla Banca Europea degli Investimenti si comprano sul Mot (XS1640882194) e rendono più del 7% a scadenza
7 anni fa
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Per chi è a caccia di bond in rubli, segnaliamo quelli recentemente emessi dalla BEI (Banca Europea degli investimenti). L’obbligazione di breve durata, solo tre anni, è stata quotata anche sul Mot di Borsa Italiana. BEI EI è l’istituzione finanziaria dell’Unione europea creata nel 1957, con il Trattato di Roma, per il finanziamento degli investimenti atti a sostenere gli obiettivi politici dell’Unione e gode della massima affidabilità sui mercati internazionali (rating AAA).

 

Bond in rubli BEI 6% 2020 caratteristiche

 

BEI ha emesso lo scorso 13 luglio obbligazioni in rubli per 3 miliardi collocandoli al prezzo di 98,13.

I bond Banca Europea degli investimenti 6% 2020 (Isin XS1640882194 ), sono negoziabili per importi minimi di 50.000 rubli, circa 750 euro, presso Borsa Italiana, segmento Mot, e sul mercato grigio OTC (over the counter) al prezzo di 97,60% per un rendimento a scadenza del 7,06%. Il bond paga una cedola a tasso fisso pari a 6% il 13 luglio di ogni anno, mentre il rimborso rimborso del prestito obbligazionario avverrà in unica soluzione a luglio 2020. Benchè l’emittente sia pienamente affidabile in quanto a regolare pagamento di interessi e rimborso capitale, il rischio cambio non è da sottovalutare. Imposta sostitutiva agevolata al 12,50%, al pari dei titoli di stato.

 

Rublo russo si è indebolito del 15% in sei mesi

 

Il rublo russo si è infatti indebolito molto negli ultimi sei mesi passando da 60 a 69 circa nei confronti dell’euro per un progresso che corrisponde al 15% circa. E il trend potrebbe continuare. Alla base del rafforzamento del euro vi sono diversi fattori, primo fra tutti, le aspettative sulla fine della politica degli stimoli monetari da parte della BCE. Per quanto riguarda il rublo, invece, la debolezza della valuta è causata principalmente dalla debolezza del prezzo del petrolio sui mercati internazionali, anche se le quotazioni si sono stabilizzate negli ultimi 12 mesi. La Russia è infatti dipendente dall’export di materie prime e di petrolio in particolare, cosa che ne ha sempre determinato l’andamento economico interno del Paese.

Sono quindi state riviste da Mosca anche le prospettive di crescita per il triennio 2017-2019, sulla scorta del recente accordo raggiunto dall’Opec per il taglio della produzione mondiale di barili di petrolio, accordo al quale si è allineata anche la Russia (esterna all’Opec) nell’ambito di accordi internazionali raggiunti fra paesi non appartenenti al cartello petrolifero.

 

Banca Centrale taglia tassi al 9%

 

La Banca Centrale russa ha agito a metà giugno sul costo del denaro, decidendo una riduzione di un quarto di punto. I tassi di interesse sono quindi scesi al 9% dal 9,25% precedente. Si tratta della quarta volta da settembre 2016. L’istituto ha fatto sapere inoltre di voler continuare su questa strada nei prossimi mesi, allentando leggermente la sua politica molto restrittiva in una fase di recupero per l’economia nazionale. “L’inflazione si sta muovendo verso il target fissato, le aspettative di inflazione sono ancora in declino e l’attività economica sta recuperando“, si legge nella nota dell’istituto centrale di Mosca.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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