Da ieri, sul MoT e sull’EuroTLX di Borsa Italiana sono negoziate le nuove obbligazioni senior “unsecured” in dollari di Intesa Sanpaolo. Si tratta di due bond, uno in scadenza il 25 maggio 2025 con cedola fissa annuale del 4% (ISIN: XS2482611378) e l’altro il 25 maggio 2029 con cedola fissa annuale del 4,5% (ISIN: XS2482615957). Pertanto, parliamo di titoli della durata rispettivamente di 3 e 7 anni. In entrambi i casi, il prezzo di negoziazione risultava essere leggermente sotto la pari nella seduta di ieri. Nel dettaglio, il triennale viaggiava a 99,75 centesimi e il settennale a 99,50 centesimi.
Le obbligazioni Intesa Sanpaolo sono senior e ciò significa che nel caso di procedura fallimentare, saranno rimborsate con precedenza rispetto alle obbligazioni subordinate. E al contempo sono “unsecured” o non garantite, nel senso che l’emittente non ha predisposto attività aziendali come collaterale di garanzia a favore dell’obbligazionista. Questi sarà garantito, in buona sostanza, dalla solvibilità aziendale generale.
Obbligazioni Intesa Sanpaolo esposte al rischio cambio
Il rischio di credito risulta relativamente basso. Tutte le agenzie di rating assegnano alle obbligazioni Intesa Sanpaolo giudizi “investment grade”: BBB per S&P e Fitch, Baa1 per Moody’s e BBB (high) per DBRS. Se non fosse per il rischio paese, probabilmente l’istituto spunterebbe rating migliori. Ad ogni modo, l’obbligazionista si espone anche a un rischio di cambio, dato che i titoli sono stati emessi in dollari americani. Praticamente, più il cambio euro-dollaro sale rispetto alla data dell’acquisto e maggiori le perdite potenziali accusate in termini di capitale. Il rendimento effettivo alla scadenza o alla previa data di disinvestimento potrebbe persino risultare negativo.
Ciò spiega le cedole relativamente elevate offerte. Il 4% per un bond a 3 anni e il 4,5% per uno a 7 anni non è poco, pur in una fase di rialzo dei tassi come questa.