Questa settimana, Intesa Sanpaolo ha raccolto 2,25 miliardi di euro con l’emissione di obbligazioni senior preferred dual tranche. L’operazione si è rivelata un successo, dato che gli ordini hanno perfettamente doppiato l’offerta, raggiungendo i 4,5 miliardi complessivi. Gli investitori, perlopiù fund managers, hanno inserito così in portafoglio le due nuove scadenze rispettivamente a 4 e 8 anni. Entrambe hanno data di valuta del 29 agosto.
Dati scadenze 4 e 8 anni
Nel dettaglio, 750 milioni sono stati raccolti tramite le obbligazioni Intesa Sanpaolo a 4 anni, a fronte di ordini per 1,4 miliardi.
Per quanto riguarda le obbligazioni Intesa Sanpaolo a 8 anni, più di 3 miliardi di ordini arrivati contro un’offerta di 1,5 miliardi. Il bond offre cedola annuale lorda del 5,125% e uno spread di 200 punti base sopra il tasso “mid-swap”. Anche in questo caso c’è stato un restringimento di 20 punti rispetto alle previsioni iniziali. Il rendimento lordo risulterebbe così in area 5,30%.
Gli ordini sono arrivati quasi esclusivamente dall’estero (89%) e solo per l’11% dall’Italia. E’ andato a ruba in Regno Unito/Irlanda con una quota assegnata del 38%, mentre un altro 15% è andato in Francia, il 10% in Germania e Austria, il 9% nei Paesi Bassi e il 6% in altri paesi. Il collocamento è stato curato dalla divisione interna IMI CIB della stessa Intesa Sanpaolo, oltre a BNP Paribas, Bank of America, Credit Agricole, HSBC, JP Morgan, Mediobanca e Morgan Stanley.
Obbligazioni Intesa Sanpaolo, occhio ai rendimenti netti
A cosa di deve il successo delle nuove obbligazioni Intesa Sanpaolo? Considerate che i rendimenti sovrani per le medesime scadenze si attestano attualmente in area 3,55% e 3,95%.
Ad ogni modo, in entrambi i casi i rendimenti netti risultano superiori ai tassi d’inflazione italiana attesa per i rispettivi orizzonti temporali. Le obbligazioni Intesa Sanpaolo rientrano tra quegli asset capaci di generare rendimenti reali positivi nei portafogli dopo anni di magra sul mercato dei bond.