Nella giornata di questo martedì, Unicredit ha concluso il collocamento di nuove obbligazioni di tipo Senior Preferred. L’importo emesso è stato di 1 miliardo di euro a favore degli investitori istituzionali. Il bond ha scadenza di 6 anni, ma prevede una sola opzione “call” dopo 5 anni. Più di 200 gli ordini per un ammontare complessivo di 2,85 miliardi, quasi il triplo dell’offerta. Grazie al buon riscontro sul mercato, il rendimento esitato è stato rivisto al ribasso dai 220 punti sopra il tasso “midswap” a 5 anni inizialmente atteso a +190 punti.
Come dicevamo, al raggiungimento del quinto anno le obbligazioni Unicredit assegnano all’emittente la facoltà di rimborso anticipato del capitale. Nel caso in cui tale “call” non fosse esercitata, la cedola per il restante anno fino alla scadenza passerebbe da fissa a variabile. Essa sarebbe pari all’Euribor a 3 mesi più uno spread di 190 punti. Tenete conto che, se i tassi di mercato restassero invariati ai livelli attuali, ciò implicherebbe per gli obbligazionisti una cedola per il sesto anno pari a poco meno del 4,20%.
Quanto alla ripartizione geografica degli ordini, sono arrivati per il 26% dall’Italia, per il 25% dalla Francia, per il 15% dal Regno Unito, per il 13% da Germania/Austria, per il 7% dal Benelux, un altro 7% dai paesi del Nord Europa e, infine, per il 5% da Spagna/Portogallo. Quanto alla tipologia degli investitori interessati, la parte del leone l’hanno fatta i fondi con il 62%, seguiti a lunga distanza da banche e private banks con il 16%, assicurazioni con il 12%, istituzioni e banche centrali con il 6%.
Obbligazioni Unicredit, OK rendimento/rischio
Queste obbligazioni Unicredit si rivelano interessanti da più punti di vista. Anzitutto, offrono un rendimento superiore al 4,80% nel caso di esercizio della call. Al netto dell’imposizione fiscale, resta sopra il 3,55%.
Poi, le caratteristiche di queste obbligazioni Unicredit contengono il rischio di credito. Si tratta di un titolo non subordinato, anzi nella scala gerarchica dei bond bancari viene subito dopo i garantiti. Per non parlare del fatto che i rating assegnati al debito di Piazza Gae Aulenti siano leggermente migliori dei giudizi sovrani italiani: BBB per S&P e Fitch, Baa1 per Moody’s. Peccato solo che l’emissione sia stata riservata agli investitori istituzionali. Il canale retail avrebbe avuto modo di accedere a un investimento relativamente redditizio e sicuro.