Come cercare di ottenere alti rendimenti senza assumersi grossi rischi di credito? Una soluzione che spesso vi proponiamo consiste nell’investire nelle obbligazioni sovranazionali, vale a dire emesse da organismi internazionali dalla massima affidabilità creditizia e denominate in valute emergenti. In questo articolo, prenderemo in considerazione tre bond della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e tutti in scadenza nel 2024, per cui stiamo parlando di un arco temporale medio-lungo.
Shopping di obbligazioni in dollari sui mercati emergenti, ecco perché vince l’Egitto
Le obbligazioni in lire turche che scadono il 29 aprile e con maxi-cedola 10,50% (ISIN: XS1059896016) ieri quotavano sopra la pari, a poco meno di 102, offrendo un rendimento annuo del 9,78%.
Cambiando valuta, troviamo le obbligazioni denominate in rand sudafricani e in scadenza nel mese di settembre (ISIN: XS1110395933). Offrono una cedola dell’8,50% e, però, prezzano nettamente sopra la pari, per l’esattezza a più di 114, per cui ieri rendevano il 4,40%.
Rischio cambio elevato
Dicevamo, i rischi di questi titoli sono nulli sul fronte dell’emittente, essendo la BEI un’organizzazione con rating tripla “A”. Il cambio, invece, potrebbe provocare qualche mal di testa. Quest’anno, la valuta sudafricana ha toccato il suo minimo storico contro dollaro ed euro, pur rafforzandosi di quasi il 4,5% da allora. Resta il fatto che essa risente negativamente della cattiva gestione dell’economia, tanto che nell’ultimo decennio ha perso oltre la metà del suo valore contro la moneta unica. Chi acquista il suddetto bond dovrebbe sperare che il rand abbia già toccato il minimo e almeno si stabilizzi.
Discorso ancora più delicato per la lira turca. Negli ultimi mesi, ha smesso di cedere solamente per l’intervento della banca centrale, la quale non sembra disporre, tuttavia, di ulteriori grossi margini di manovra a sostegno del cambio, date le scarse riserve valutarie e i saldi correnti passivi. Probabile che gradualmente accetti l’indebolimento della valuta verso i nuovi minimi storici. In assenza di una gestione efficiente ed efficace della politica monetaria, non possiamo guardare con fiducia all’evoluzione nel medio-lungo termine. Si consideri che solamente nell’ultimo quinquennio, la lira turca contro l’euro ha perso il 60%, la media del 10% all’anno. E questo spiega gli elevatissimi rendimenti per scadenze così relativamente corte.