Anche le recenti obbligazioni emesse da Societe Generale risultano in forte calo sul mercato. La quotazione del bond “callable” con scadenza 12 giugno 2035 e cedola 6% (ISIN: XS2627369387) si aggirava ieri a meno di 96,50 centesimi, a sconto rispetto al valore alla pari a cui il titolo era stato offerto fino alla fine di luglio. Il rendimento lordo risultava così salito sopra il 5,20%, anche se il calcolo nello specifico si presenta un po’ più complesso per le caratteristiche che vedremo.
Queste obbligazioni Societe Generale non pagano la cedola ogni anno, bensì o tutta alla scadenza o alla data del possibile rimborso anticipato.
Valore cedole calante nel tempo
E’ evidente che il valore di una cedola pagata anno dopo anno risulti superiore a quello di una cedola pagata tutta alla scadenza o in caso di rimborso anticipato. Infatti, il 72% dopo dodici anni equivale a un rendimento medio annuo del 4,62% lordo. Più tempo passa e minore tale rendimento. Questo è inizialmente del 6% dopo un anno. All’investitore converrebbe, quindi, che il pagamento anticipato ci fosse e il prima possibile. A meno che la quotazione delle obbligazioni Societe Generale non scendesse al punto da compensare il pagamento posticipato delle cedole.
A questi prezzi, se la banca rimborsasse il titolo il prossimo 12 giugno, il rendimento risulterebbe per l’obbligazionista del 9%. Un’enormità per un investimento di circa nove mesi. Improbabile, però, che l’esercizio del rimborso avvenga già al primo anno.
Obbligazioni Societe Generale scontano tassi alti a lungo
Il calo della quotazione rifletterebbe anche l’aspettativa del mercato per un mantenimento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea a livelli alti per un periodo prolungato. Se il taglio dei tassi, però, arrivasse prima del previsto, il rendimento delle obbligazioni Societe Generale si rivelerebbe più ghiotto. Dovete mettere in conto la tassazione del 26%, che deprime non poco il guadagno a favore di chi investe. Quel 4,62% calcolato alla scadenza, ad esempio, scenderebbe nei fatti al 3,62%. Non così allettante come sembrerebbe ad un’analisi superficiale.