La scorsa settimana, Enel ha emesso nuove obbligazioni sostenibili (“sustainibility-linked”) in quattro tranche e in valuta americana per complessivi 3,5 miliardi di dollari. Lo ha fatto tramite la controllata Enel Finance, che ha comunicato il successo dell’operazione. Gli ordini, infatti, sono stati pari a oltre 2,5 volte l’importo offerto. Vediamo nel dettaglio l’esito del collocamento.
Ecco le tranche delle nuove obbligazioni Enel
La tranche a 3 anni è stata offerta per 750 milioni. La scadenza 15 giugno 2025 con cedola fissa lorda annua del 4,25% è stata prezzata a 99,58 centesimi, esitando così un rendimento del 4,401%.
La tranche a 5 anni è stata offerta per altri 750 milioni. La scadenza 15 giugno 2027 con cedola fissa lorda annua del 4,625% è stata prezzata a 99,788 centesimi, esitando così un rendimento del 4,673%.
La tranche a 10 anni è stata offerta per 1 miliardo di dollari. La scadenza 15 giugno 2032 con cedola fissa lorda annua del 5% è stata prezzata a 98,701 centesimi, esitando così un rendimento del 5,168%.
Infine, la tranche a 30 anni è stata offerta per altri 1 miliardo di dollari. La scadenza 15 giugno 2052 con cedola fissa lorda annua del 5,5% è stata prezzata a 98,784 centesimi, esitando così un rendimento del 5,584%.
Rischio di credito basso, occhio al cambio
Le obbligazioni Enel sostenibili godono di rating “investment grade”: BBB+ per S&P e Fitch, Baa1 per Moody’s. Con i proventi raccolti la compagnia elettrica italiana punta a ridurre le emissioni nette di CO2 per tendere alla neutralità carbonica entro il 2040. Al contempo, ha spiegato il CEO Francesco Starace, l’operazione contribuisce a ridurre l’indebitamento per il periodo 2022-2024.
Le cedole offerte e i rendimenti esitati all’emissione di qualche giorno fa appaiono molto allettanti. Neppure dopo il drastico rialzo dei tassi di mercato degli ultimi mesi siamo abituati in Italia a vedere tali cifre. Tuttavia, le obbligazioni Enel sono state emesse in dollari, per cui presentano un rischio di cambio da non sottovalutare. Ad esempio, il Treasury a 10 anni rendeva venerdì scorso poco più del 3% contro l’1,43% del Bund di pari durata.