Stanno per arrivare sul mercato le prime obbligazioni di Coinbase, la piattaforma di trading delle “criptovalute”, tra cui principalmente Bitcoin ed Ethereum. Si parla dell’emissione imminente di una scadenza a 10 anni per un importo di 1,5 miliardi di dollari. Debutteranno come titoli “spazzatura”, dati i rating bassi assegnati loro da S&P e Moody’s rispettivamente BB+ e Ba1.
Il mercato sta già prezzando le obbligazioni Coinbase in area 4%, sostanzialmente più del 2,90% medio per un bond decennale con questi giudizi.
Obbligazioni Coinbase, rischi legali in agguato
Le obbligazioni Coinbase conterranno rischi peculiari. Essi deriveranno non soltanto dalle basse valutazioni delle agenzie di rating, bensì anche dal tipo di business sempre oggetto di attenzioni da parte delle autorità finanziarie, governi e banche centrali. Peraltro, la società è esposta alla forte volatilità delle “criptovalute”, incassando sulla base dei prezzi esitati in fase di contrattazione. Ma resta il fatto che S&P abbia definito Coinbase “solida e poco indebitata”. Ha chiuso il secondo trimestre con 4,4 miliardi di liquidità e 1,5 miliardi di debiti a lungo termine.
Qui, siamo dinnanzi a un bond dalle elevata potenzialità, come lo sono altrettanto i rischi. Cosa dovrebbe indurre, tuttavia, un investitore a caccia di “yield” a drizzare le antenne su questo affare? Il fatto che la SEC non autorizzerebbe mai l’emissione di obbligazioni da parte di una società, la quale gestisce un business che essa andrebbe successivamente a chiudere. La crescente diffusione dei Bitcoin, in particolare, nei portafogli delle case d’investimento ci induce a pensare che i rischi legali, pur sempre evidenti, siano tendenzialmente meno gravi di quanto temiamo.