Obbligazioni STm in dollari convertibili: vediamo la bontà delle condizioni offerte

Nuovo bond in due tranche da 1,5 miliardi di dollari per STm, entrambe convertibili in azioni. Trattasi di un senior "unsecured", in parte per rimborsare in anticipo il convertibile in scadenza nel 2022.
4 anni fa
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STm ha annunciato ieri l’intenzione di emettere nuove obbligazioni in dollari convertibili per complessivi 1,5 miliardi e suddivise in due tranche, di cui una a 5 anni e la seconda a 7 anni. I proventi dell’operazione, che dovrebbe tenersi in data 4 agosto o attorno ad essa, saranno impiegati per scopi generali, incluso il rimborso anticipato delle obbligazioni convertibili in dollari e in scadenza nel luglio 2022 da 750 milioni. I nuovi titoli, così come quelli che la società di microelettronica punta a rimborsare con due anni di anticipo, sono zero coupon, cioè non offriranno alcuna cedola.

Nel dettaglio, le quinquennali con scadenza 4 agosto 2025 verranno emesse a un prezzo di 104,5-107,1% del valore nominale, per cui il rendimento lordo andrebbe da un minimo del -1,36% a un massimo del -0,88%. Quanto alle obbligazioni con scadenza 4 agosto 2027, verranno emesse a un prezzo del 102,7-106,3% del loro valore nominale, pari a un rendimento lordo compreso tra il -0,87% e il -0,38%. Infine, sappiamo che il tasso di conversione per la prima tranche è a premio del 45-50% rispetto al presente valore delle azioni in borsa, mentre per la seconda sarebbe a premio del 50-55%.

Perché con la crisi dei mercati sono esplose le emissioni di obbligazioni convertibili

Bond STm convenienti?

Facendo qualche calcolo, ne consegue che l’obbligazionista troverebbe conveniente alla scadenza esercitare la conversione se il prezzo delle azioni STm per allora fosse superiore ai 35,50-37 euro a Piazza Affari per la tranche a 5 anni, mentre per quella a 7 anni dovrebbe sperare che le azioni salissero almeno sopra i 37-38 euro. Si consideri che il titolo negli ultimi anni ha registrato un grosso balzo in borsa, se è vero che guadagna circa il 430% dai minimi toccati nel marzo del 2016. Allora, un’azione arrivò a comprarsi a 4,66 euro, ieri ne valeva circa 24,60.

E’ evidente che chi acquisterà queste obbligazioni non lo farà di certo per percepire alcun reddito fino alla scadenza, essendo prive di cedole, bensì per speculare sul rialzo delle azioni.

Solo una loro decisa crescita giustificherebbe l’investimento e si consideri che fino alla scadenza ci si esporrebbe anche al rischio di cambio. In pratica, l’indebolimento atteso del dollaro contro l’euro nei prossimi anni giocherebbe a sfavore del capitale effettivo rimborsato, infliggendo perdite all’obbligazionista, le quali diverrebbero tali in assenza di conversione e si sommerebbero a quelle certe provocate dai rendimenti negativi.

Diciamo che l’investimento sarebbe un modo per esporsi al titolo STm senza sostenerne i relativi rischi. L’unico concreto che ci si addosserebbe sarebbe quello di cambio. E parliamo di un arco temporale in cui il cambio euro-dollaro dovrebbe salire, secondo gli analisti e le stesse aspettative del mercato. Solo la conversione giustificherebbe l’investimento, ma essa arriverebbe solo con una forte crescita delle azioni. Va detto, però, che le obbligazioni convertibili tendono a seguire il destino dei titoli in borsa, per cui anche prima delle due scadenze si potrebbero realizzare plusvalenze dalla rivendita a prezzi più alti del loro valore di acquisto all’atto dell’emissione, sempre che il dollaro non tradisca, sciupando il risultato.

Perché le obbligazioni convertibili seguono la performance delle azioni

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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