L’andamento a U delle obbligazioni subordinate
Ancora meglio è andato ai bond subordinati della Popolare di Vicenza con scadenza 2025. Da ottobre hanno quasi dimezzato il loro valore, ma rispetto alla seduta del 21 dicembre scorso segnano un rialzo del 45%. E il bond subordinato di Veneto Banca, sempre con scadenza 2025, ha perso il 25% negli ultimi due mesi, ma impennandosi del 46,5% dal 21 dicembre scorso.
Le variazioni sono state insignificanti per i prezzi delle obbligazioni subordinate di banche più solide come Unicredit e Intesa Sanpaolo, quasi insensibili all’intervento del governo, i quali semmai hanno performato molto bene dalla fine di novembre, quando avevano toccato punti molto bassi.
Dobbiamo pensare male?
Chi avesse comprato, dunque, questi bond un attimo prima che il governo decretasse l’intervento pubblico, oggi avrebbe in mano fino al 50% di valore in più in poche sedute. Niente di male, sperando che come spesso capita, quando di mezzo ci sta la politica, qualcuno non abbia avuto qualche soffiata sulle modalità del salvataggio pubblico di MPS, specie sull’esclusione degli obbligazionisti subordinati retail dalle perdite, attraverso il meccanismo della doppia conversione in azioni prima e in obbligazioni senior dopo.
Per quanto verrebbe da pensare male, i movimenti dei prezzi appaiono netti, nel senso che fino all’annuncio del decreto, i prezzi dei bond erano in calo, solo dopo risultano schizzati. Se grossi investitori avessero avuto una soffiata, avremmo dovuto assistere a una ripresa dei corsi anche ore o giorni prima del varo ufficiale del decreto. (Leggi anche: MPS salvata dallo stato, ecco cosa devono sapere gli obbligazionisti)