Obbligazioni subordinate, grandi affari sulle banche con il decreto salva risparmio

Le obbligazioni subordinate delle banche in crisi in Italia hanno mostrato un andamento a U, che ha fatto già fare affari a qualche grande investitori. Tutto questo, mentre il contribuente paga.
8 anni fa
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E’ stato davvero un affare?

Infine, ammesso che un investitore retail, magari dal cuore forte, avesse acquistato subito dopo il decreto, possiamo dire che abbia fatto un affare? Virtualmente sì, dato il trend dei prezzi, ma forse niente affatto. Anzitutto, perché i guadagni sono tali solo una volta monetizzati e per farlo dovrebbero rivendersi i titoli a terzi. Ma siamo sicuri che d’ora in avanti si riesca a farlo, visto che parliamo di mercati poco liquidi, caratterizzati da emissioni dalle dimensioni scarse? Ed è intelligente ritrovarsi in mano obbligazioni subordinate in piena crisi bancaria e con il bail-in che incombe?

Dovremmo allora ipotizzare che i beneficiari di questi acquisti natalizi siano i grossi investitori, gli istituzionali.

Anche in questo caso, niente di male. Certo, fa senso verificare che alla fine a rimetterci con la crisi delle banche italiane siano i contribuenti, mentre a farci soldi siano i soliti noti. (Leggi anche: Banche italiane salvate con le tasse dei contribuenti)

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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