Vi avevamo anticipato già in un articolo precedente sull’ipotesi di conversione “volontaria” delle obbligazioni subordinate MPS e vi avevamo messo in guardia di come si tratti di un’opzione alquanto rischiosa per i piccoli risparmiatori, se non di una vera e propria truffa ai loro danni, confezionata da stampa e istituto come se fosse, al contrario, un’azione miracolistica e senza perdite per nessuno.
Adesso, abbiamo la prova quasi ufficiale di quanto avessimo (purtroppo!) ragione. Già, perché Il Sole 24 Ore riporta oggi l’indiscrezione, secondo la quale la conversione riguarderebbe non più i soli obbligazionisti istituzionali, come si diceva in una prima fase, ma tutti, quindi, anche le famiglie.
La conversione resterebbe su base “volontaria”, ma si tratta di un eufemismo, a dir poco. Infatti, sarebbe sottoposta all’approvazione in assemblea da parte degli obbligazionisti subordinati, ma al di sotto di un certo quorum – questa la notizia – la conversione scatterebbe ugualmente, a condizioni più penalizzanti di quelle altrimenti offerte con l’adesione volontaria.
I risparmiatori avranno, quindi, la pistola puntata alle tempie e dovranno scegliere se buttarsi dal burrone volontariamente o se desiderano essere spinti da altri. Svelata la bufala della “volontarietà” della conversione, che se fosse confermata sarebbe un vero e proprio bail-in mascherato, vi ribadiamo le ragioni per cui bisognerebbe tenersi alla larga da una simile operazione.