La falsa alternativa offerta agli obbligazionisti MPS
Nelle scorse settimane, era trapelato il piano di porre un tetto minimo alla trasformazione dei bond in azioni del 60%. In sostanza, gli obbligazionisti con in possesso di titoli obbligazionari per 10.000 euro otterrebbero azioni per un controvalore non inferiore a 6.000 euro. In questo modo, in teoria, sarebbe salvaguardata un minimo la posizione degli obbligazionisti.
Tuttavia, dal momento della conversione, questi rimarrebbero ugualmente soggetti alle variazioni dei prezzi azionari sui mercati, mentre quasi certamente subirebbero anche una clausola di lock-up, per la quale non potrebbero cedere i titoli a terzi prima di un certo lasso di tempo.
Ora, l’operazione di ricapitalizzazione è seriamente a rischio, sia visti i trascorsi, sia anche considerando che essa è legata al buon esito della cessione dei crediti deteriorati per 27,7 miliardi e al valore stimato di un terzo. Tuttavia, cosa accadrebbe se il mercato fosse disposto ad accollarseli a un prezzo più basso? Servirebbero un aumento ancora superiore, con la conseguenza che se è già difficile reperire 5 miliardi oggi, a fronte di 660-670 di capitalizzazione attuale di MPS in borsa, quasi certamente si avrebbe un fallimento. Insomma, rischi enormi, che non vale la pena correre.