Sedute molto negative per le obbligazioni subordinate di Monte Paschi di Siena (MPS). I prezzi stanno letteralmente precipitando negli ultimi giorni e senza un’apparente causa scatenante. La scadenza Fix Float Callable 18 gennaio 2028 è passata dagli 86 centesimi di venerdì scorso ai meno degli 80 centesimi di ieri, segnando un calo giornaliero di oltre il 7%. E pensate che nell’arco della seduta, il prezzo era arrivato a sprofondare fino a 75 centesimi, cioè le perdite sfioravano il 13%.
Peggio è andata alla scadenza 23 luglio 2029 e cedola 10,5%.
Dicevamo, nessuna causa scatenante per il crollo di queste obbligazioni subordinate, il cui rendimento sta superando finanche il 10%. Sappiamo che da settimane s’ipotizza il famoso “spezzatino” di MPS. Unicredit sarebbe interessata alle sue filiali nel centro-nord, mentre Mediocredito Centrale (Banca del Mezzogiorno) a quelle nel centro-sud. E ci s’immagina che questo schema lascerebbe MPS in qualità di banca regionale relegata alla sola Toscana, possibilmente ancora in mano alla Fondazione.
E’ possibile che gli investitori stiano fuggendo dalle obbligazioni subordinate per il timore che queste vadano a finire nei bilanci sbagliati, cioè che rimangano in una banca ridotta di dimensioni, prospettive e asset. In questo scenario, le probabilità che debbano prima o poi assorbire le perdite aumenterebbero. Del resto, questi sono titoli in sé altamente rischiosi, in quanto a metà strada tra capitale e debito. E dire che sino ad oggi, il fatto che MPS sia controllata dal Tesoro avesse in un certo senso rassicurato il mercato.
Ma entro fine anno, salvo ulteriore accordo con la UE su una proroga, lo stato italiano dovrà ri-privatizzare l’istituto. E non che sinora le valutazioni del debito bancario fossero sufficienti: B per Fitch, Caa1 per MPS e B(high) per DBRS.