Il Super Martedì è alle spalle e ha esitato una vittoria netta del Partito Conservatore del premier Boris Johnson e un’altrettanto netta sconfitta per il Partito Laburista all’opposizione. La prima risposta è arrivata dai mercati: obbligazioni UK in calo, sterlina in spolvero. Oggi, la valuta britannica guadagna lo 0,6% contro l’euro. All’incirca della stessa percentuale i guadagni contro il dollaro, portandosi a quasi 1,41, ai massimi da febbraio.
Cos’è il Super Thursday? Il giorno in cui si tengono le elezioni amministrative nel Regno Unito.
E in Scozia? Netta vittoria degli indipendenti dell’SNP con 64 seggi su 129, uno in meno della maggioranza assoluta richiesta per governare da soli. Stabili i conservatori e in lieve calo i laburisti, che perdono 2 seggi e scendono a 22. Un quadro, che nel complesso rafforza il premier e il suo esecutivo, mentre punisce il Labour, ancora ostinatamente contrario alla Brexit, malgrado l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea sia avvenuta ormai ufficialmente 16 mesi fa.
Obbligazioni UK, le cause del calo
Dicevamo, obbligazioni UK in calo. I rendimenti sono in rialzo lungo la curva delle scadenze. Il titolo a 2 anni offre quasi lo 0,04%, quello a 10 anni poco più dello 0,80% (+2 punti base). E il Gilt a 50 anni passa dall’1,11% all’1,15%. Il ripiegamento è dovuto a un mix di fattori. Anzitutto, il rafforzamento del premier Johnson schiarisce qualche nube che si era addensata su Downing Street nelle ultime settimane. Il capo del governo è accusato di avere utilizzato in maniera inappropriata fondi pubblici per ristrutturare la residenza ufficiale.
Contagi e decessi nel Regno Unito sono in caduta libera, grazie al successo della rapida campagna vaccinale, con i primi ormai nell’ordine dei 2.000 al giorno e i secondi di una decina. La ripartenza dell’economia britannica favorisce l’assunzione di rischi ulteriori sui mercati e colpisce i Gilt, in quanto “safe assets”. Peraltro, la Banca d’Inghilterra si riuniva proprio nel giorno del Super Giovedì e comunica il rallentamento degli acquisti di bond di 1 miliardo di sterline a settimana. Tutti fattori, che incidono negativamente sui prezzi delle obbligazioni UK.
Ma si fa presto a dire che siano spacciate. I risultati scozzesi vanno nella direzione di una nuova richiesta di referendum per l’indipendenza della Scozia. Lo ha chiarito il First Minister Nicola Sturgeon. Ci saranno nuove tensioni politiche a Londra, per non parlare di quelle con la Francia sull’isola di Jersey e relative alle diatribe sulla pesca. Effetti collaterali della Brexit, piuttosto evidenti anche nell’Irlanda del Nord, dove si sono registrate proteste violente nelle scorse settimane. Ad ogni modo, con una Banca d’Inghilterra a paventare un primo rialzo dei tassi entro qualche anno, il destino delle obbligazioni UK sembra segnato. Pur con la prudenza del caso, dato che ancora l’inflazione a marzo nel Regno Unito è salita solamente allo 0,7%, 1 punto in meno dell’Eurozona in aprile.