Spread in calo, prezzi in rialzo per i bond emessi dallo stato di El Salvador. I rendimenti in settimana si sono avvicinati a quelli americani alla distanza minima dal dicembre del 2021. In media, il premio mercoledì stringe intorno ai 1.300 punti base, nettamente giù dall’apice dei 3.500 del luglio scorso. Fino a pochi mesi fa, il mercato temeva un imminente default del paese dell’America Centrale. Non è arrivato e, anzi, il bond in dollari in scadenza a gennaio è stato rimborsato con gli interessi.

Non ci sono scadenze obbligazionarie a breve, un fatto che sta consentendo ai titoli di stato di riprendere fiato.

Ma se è il rally sembra essere iniziato proprio dopo che erano stati toccati i minimi in estate, nelle ultime sedute i rialzi sono stati cospicui. E’ bastata la nomina di Alejandro Werner come consulente del Ministero delle Finanze a scaldare i bond di El Salvador. L’uomo è stato a capo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per l’Emisfero Occidentale. La nomina è considerata un modo del governo per trovare un accordo quanto prima sul prestito da 1,3 miliardi di dollari che l’istituto già lo scorso anno aveva prospettato, ma sui cui termini non è stata trovata alcuna intesa.

Rally bond El Salvador

Lungo la curva in dollari i prezzi sono saliti fino al 14% in una decina di giorni. La scadenza 18 febbraio 2029 e cedola 8,625% (ISIN: USP01012BX31) è passata dai 50 centesimi di metà aprile ai 57 di questo venerdì. Il rendimento è sceso intorno al 23%. Invece, la scadenza 20 gennaio 2050 e cedola 7,125% (ISIN: USP01012CA29) ha segnato una crescita del 10% a 48 centesimi, vedendo scendere il rendimento sotto il 16%. Chiaramente, stiamo parlando di prezzi ancora molto bassi, segno che il rischio default segnalato dalle agenzie di rating resti temutissimo tra gli investitori.

Semplicemente, il mood è un po’ migliorato. L’accordo con l’FMI non solo consentirebbe al paese di coprire alcune esigenze finanziarie, ma comporterebbe l’adozione di una politica fiscale necessariamente più prudente al fine di ottenere il prestito.

Non sono in pochi a sperare che il presidente Nayib Bukele accantoni definitivamente il progetto di emettere i cosiddetti bond “vulcano” agganciati ai Bitcoin e destinati in parte a finanziare Bitcoin City, un’area metropolitana per il business esentasse. I costi sarebbero faraonici per le piccole dimensioni dell’economia salvadoregna.

D’altra parte, proprio il boom dei prezzi di Bitcoin negli ultimi mesi avrebbe sostenuto i bond di El Salvador. Il paese vi sta puntando per affiancare la “criptovaluta” al dollaro nelle transazioni interne e come asset d’investimento della banca centrale. Un caso unico al mondo, che attira forti critiche all’estero. Il ripiegamento del mercato crypto nelle ultime sedute, però, non ha fiaccato il rally sovrano. La scommessa su un accordo con l’FMI sovrasta ogni altra inquietudine per il momento.

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