L’ultima asta del mese di agosto vedrà il Tesoro impegnato a raccogliere fino a 10 miliardi di euro tramite l’emissione di quattro titoli di stato a medio-lungo termine. Tra questi vi sarà il nuovo BTp a 10 anni. Il suo ammontare minimo è stato fissato in 3,25 miliardi e quello massimo in 3,75 miliardi di euro. Il bond assorbirà, dunque, gran parte dell’intero collocamento. Il codice ISIN deve ancora essere attribuito, mentre sappiamo che la scadenza sarà in data 1 marzo 2034 e che la cedola annuale lorda è del 4,20%.

Questo significa che il prossimo 1 marzo l’obbligazionista riceverà un primo tasso semestrale del 2,10% rispetto al capitale nominale in portafoglio.

Cedola più bassa rispetto all’attuale benchmark decennale

La cedola del nuovo BTp a 10 anni è perfettamente in linea con l’andamento del rendimento decennale sul mercato secondario. Non potrebbe essere altrimenti. Poiché presenta una durata iniziale superiore di quattro mesi rispetto all’attuale “benchmark” con scadenza 1 novembre 2033, quasi certamente il rendimento risulterà di poco maggiore. Alle condizioni di mercato di ieri, dovremmo attenderci un esito in area 4,30%. Dunque, probabile anche che il prezzo di emissione sarà leggermente sotto la pari.

Il nuovo BTp a 10 anni offre una cedola annuale lorda inferiore al 4,35% dell’attuale “benchmark”. A proposito, questa scadenza sarà anch’essa offerta in asta, ma per un controvalore più basso, compreso tra 1 e 1,5 miliardi. La prima cedola semestrale sarà corrisposta in data 1 novembre e sarà “corta” (2,163179%), cioè relativa a 183 su 184 giorni del semestre di riferimento. Infatti, l’emissione avvenne in data 2 maggio 2033.

BTp a 10 anni, rendimenti netti reali attesi positivi con inflazione italiana in calo

Cosa cambia tra i due BTp a 10 anni? Come dicevamo, la cedola del nuovo bond sarà più bassa. D’altra parte, il 4,35% si percepisce a fronte di un prezzo di acquisto di 101,40 alla chiusura di ieri. In altre parole, bisogna sborsare di più per ottenere una cedola più alta.

In entrambi i casi, tuttavia, l’investimento è rivolto a coloro che intendono impegnare la liquidità per un periodo prolungato e a rendimenti netti reali attesi positivi. Il mercato sconta un’inflazione italiana in decisa caduta nei prossimi anni.

I rendimenti dovrebbero avere toccato i massimi, ai quali verosimilmente sosteranno per alcuni mesi prima di iniziare a ripiegare con l’inversione di rotta della politica monetaria. E’ probabile che ciò avvenga nel corso del 2024. Un primo taglio dei tassi di interesse la Banca Centrale Europea lo comunicherebbe intorno alla metà dell’anno prossimo. A quel punto, i BTp a 10 anni si apprezzeranno e i loro rendimenti scenderanno. Guadagni in conto capitale anche nell’ordine del 5% entro dodici mesi non appaiono peregrini.

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