Giovedì 26 ottobre, il governo punta ad incassare altri 3 miliardi di euro attraverso l’emissione di titoli di stato a breve termine. Stavolta, però, in asta non ci sarà un nuovo Buono ordinario del Tesoro (BoT), bensì la riapertura del bond collocato sul mercato alla fine di settembre per 6,5 miliardi. La scadenza è fissata per il 28 marzo del 2024, per cui la vita residua è di 149 giorni. Di fatto, il BoT a 6 mesi (ISIN: IT0005566184) ha adesso una durata di cinque mesi.

Come sapete, i BoT sono titoli di stato sprovvisti di cedola.

Il loro rendimento si calcola come differenza tra il prezzo di rimborso alla scadenza e il prezzo di acquisto. Fino a prima che la Banca Centrale Europea (BCE) alzasse i tassi di interesse, il rendimento esitato da questi titoli era negativo. In altre parole, gli obbligazionisti acquistavano i BoT sopra la pari, cioè ad un valore superiore a 100.

Asta BoT, apice rendimenti raggiunto

Non è più questo il caso. Diremmo, per fortuna di chi investe. Il BoT in asta domani, ad esempio, sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana si acquista ad una quotazione intorno a 98,30 centesimi. Pertanto, risulta offrire un rendimento lordo annualizzato di circa il 4%. Esso equivale al tasso sui depositi fissato dalla BCE a settembre e che, secondo gli analisti, sarebbe destinato a rimanere a questo livello per alcuni mesi prima di una svolta monetaria dell’istituto.

Avremmo raggiunto l’apice dei tassi, per cui anche i rendimenti a breve starebbero culminando. I BoT a 6 e 12 mesi in asta dovrebbero essere acquistati a prezzi minimi anche per i prossimi mesi, ma probabile che questi smettano di arretrare ulteriormente. A meno che le condizioni macro non lascino intravedere un’ulteriore stretta di Francoforte e magari entro la fine dell’anno.

Bond allettanti rispetto a conti deposito

A questi livelli, il rendimento del BoT a 6 mesi in asta rimane allettante, pur in un contesto di aumento dei tassi sui conti deposito.

Esistono offerte molto interessanti da parte di banche minori, fermo restando che il tasso medio offerto sia molto basso (0,84% a settembre) e che le grandi banche continuino con la politica degli zeri virgola a favore dei clienti. Tra l’altro, quando il bond in questione scadrà a fine marzo, verosimilmente le scadenze medio-lunghe inizieranno a scontare tassi più bassi nel prossimo futuro. Il capitale potrebbe essere impiegato per spostarsi su tali scadenze e approfittare del loro possibile apprezzamento.

[email protected]