Procede incessante il calendario delle emissioni di titoli del debito pubblico italiano. Il Tesoro si trova a buon punto, relativamente allo stato di avanzamento del funding annuale. E martedì 28 maggio punterà ad incassare altri 6 miliardi di euro con l’offerta in asta di tre BTp a medio-lungo termine. L’appuntamento cade ad una settimana dal board della Banca Centrale Europea (BCE), che quasi certamente annuncerà il primo taglio dei tassi di interesse dopo la stretta del biennio passato. Sarà anche il primo tra i grandi istituti del pianeta a ridurre il costo del denaro, data l’inflazione in calo verso il target del 2% nell’Eurozona.

Viceversa, la Federal Reserve potrebbe dover rinviare il suo primo taglio verso la fine dell’anno. E avanzano le probabilità che non ve ne sia affatto per il 2024.

BTp short term con mini-cedola a luglio

Vediamo quali sono i BTp in asta, le loro caratteristiche e le attuali condizioni di mercato. Iniziamo con il BTp short term con scadenza 28 gennaio 2026 e cedola 3,20% (ISIN: IT0005584302). Si tratta di una settima tranche per 2,25-2,75 miliardi. La sua quotazione sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana si attesta sotto la pari, a 99,45 centesimi. Il corrispondente rendimento lordo risulta del 3,56%. Chi acquista questo titolo, il prossimo 28 luglio incasserà una “mini-cedola” dell’1,336264% del capitale nominale. In pratica, 13,36 euro lordi (11,69 euro netti) su ogni 1.000 euro.

Il fatto che lo stacco della prima cedola sarà inferiore all’1,60% semestrale, dipende dal minore periodo di possesso del titolo da parte dell’investitore. Infatti, la data di emissione fu il 27 febbraio 2024, per cui da quel giorno fino alla alla prima data di pagamento trascorreranno 152 giorni su un semestre teorico di 182 giorni. Facendo le proporzioni, otterrete la percentuale sopra indicata.

Scadenza residua di 7 mesi

E in asta ci sarà anche un BTp in scadenza alla fine di quest’anno (15 dicembre), anche se debuttò come triennale (ISIN: IT0005474330).

Parliamo della tredicesima tranche per 1,50-1,75 miliardi. Non offre alcuna cedola, visto che la sua emissione risale al dicembre del 2021, quando i rendimenti italiani su questo tratto della curva erano negativi. Sul secondario tratta oggi a 98,17 centesimi, per cui rende da qui ai prossimi sette mesi scarsi il 3,36% annualizzato.

Ha senso investire in un bond ormai agli sgoccioli? Di fatto, a maggior ragione che risulta sprovvisto di cedola, possiamo assimilarlo a un investimento in Bot. Considerate che a fine anno, quando il BTp in asta arriverà a scadenza, il capitale che vi sarà rimborsato lo potrete verosimilmente investire in asset potenzialmente proficui per effetto del taglio dei tassi in corso. Sinora il mercato ha scontato tre tagli dello 0,25% entro dicembre. Se la BCE dovesse sorprendere in senso più espansivo, i prezzi obbligazionari tornerebbero a salire.

Asta BTp, c’è anche l’indicizzato

Infine, la ventesima tranche per 1-1,5 miliardi del BTp€i 15 maggio 2033 e cedola reale 0,10% (ISIN: IT0005482994). Questo bond è indicizzato all’inflazione nell’Eurozona e offre attualmente un rendimento reale in area 1,75%, che si confronta con il 3,75% del bond del Tesoro con cedola fissa. Dunque, il mercato sconta un’inflazione media annuale nell’Eurozona del 2% per i prossimi nove anni, esattamente pari al target della BCE. La sua quotazione tratta a 86,40 centesimi, ma l’investitore dovrà versare il 15,722% in più in asta per acquistarlo. Tale plus è dovuto alla rivalutazione cumulata sin dall’emissione e che sarà riconosciuta dal Tesoro in un’unica soluzione alla scadenza. Il BTp in asta consente, quindi, di scommettere sull’andamento dell’inflazione e di proteggersi da essa, nel caso in cui tirasse qualche altro brutto scherzo come in questi ultimi anni.

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