Si terrà venerdì 21 aprile l’asta del Tesoro per i titoli di stato a medio-lungo termine. Obiettivo della raccolta: 4-5 miliardi di euro. In particolare, 2-2,5 miliardi dovranno essere incassati tramite il lancio del nuovo BTp€i a 5 anni. Altrettanti arriveranno dalla quinta tranche del BTp short term con scadenza 28 marzo 2025 e cedola 3,40% (ISIN: IT0005534281). La data di regolamento per entrambi è stata fissata per il prossimo 26 aprile. Vediamo ora nel dettaglio le caratteristiche dei due bond.

Iniziamo dal nuovo BTp€i a 5 anni.

Si tratta di un titolo di stato con scadenza 15 maggio 2029 e cedola reale annua dell’1,50% corrisposta ogni sei mesi. E’ indicizzato all’inflazione rilevata dall’Eurostat. La rivalutazione avviene ogni sei mesi per la cedola, mentre per il capitale si avrà interamente e solo alla scadenza. In ciò si distingue dal BTp Italia, che effettua la rivalutazione ogni semestre. Male che vada, comunque, l’obbligazionista incasserà una cedola semestrale dello 0,75%. Per il primo pagamento in data 15 maggio 2023, il Tesoro ha annunciato che staccherà una “mini-cedola” dello 0,078729% del capitale nominale. Essa corrisponde a 19 giorni di possesso su un semestre di 181 giorni (26 aprile/15 maggio).

BTp€i per proteggersi dall’inflazione europea

Conviene l’investimento nel nuovo BTp€i a 5 anni? Dipende dalle nostre aspettative d’inflazione. Considerate che il BTp a 5 anni con cedola fissa, in scadenza il 15 giugno 2029, offriva alla chiusura di seduta di ieri il 3,89%. Questo comporta una differenza del 2,39% con il tasso d’interesse reale offerto dal bond indicizzato. Se pensiamo che nella media dei prossimi cinque anni l’inflazione nell’Area Euro risulterà almeno pari o superiore a quel 2,39%, la convenienza ci sarebbe. Se immaginiamo che essa sarà inferiore, allora sarebbe preferibile lasciare perdere.

Stando all’ultimo dato di marzo, l’inflazione annuale nell’unione monetaria era ancora al 6,9%, in calo dall’8,5% di febbraio e lontana dall’apice del 10,6% toccato in ottobre.

L’aumento dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea e il crollo dei prezzi dell’energia stanno riducendo la crescita dei prezzi al consumo, pur restando essa molto superiore al target del 2%.

Veniamo adesso al BTp short term. Il titolo ha una durata residua di 23 mesi e sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana quota intorno alla pari, offrendo un rendimento in area 3,40%. Per quanto allettante, potrebbe non risultare in grado di coprire del tutto l’inflazione cumulata in Italia da qui alla scadenza. E ciò vale, a maggior ragione, considerando il rendimento netto di poco superiore al 2,90%. D’altra parte, se l’investimento è solo un modo per mettere a frutto la liquidità, altrimenti destinata a restare su un qualche conto bancario a tasso zero, può essere una soluzione valida.

[email protected]