C’è tempo fino al 10 novembre per acquistare il nuovo bond della Banca Mondiale della durata di 5 anni (ISIN: XS2702860896). Si tratta di un’obbligazione denominata in euro e rivolta al mercato retail italiano come dimostra il lotto minimo, fissato in soli 1.000 euro. L’emissione avverrà per un controvalore complessivo di 100 milioni di euro e sarà curata da Bnp Paribas. Scadenza 17 novembre 2028, offre un tasso di interesse annuo lordo del 3% e corrisposto tramite cedole trimestrali. A partire dal 17 novembre 2025, però, il bond sarà “callable”, cioè l’emittente di riserva la facoltà di procedere al rimborso anticipato con preavviso minimo di 5 giorni.

Caratteristiche dell’emissione in corso

Il bond della Banca Mondiale sconta la medesima tassazione del 12,50% applicata ai titoli di stato italiani. Non è previsto il pagamento di commissioni, salvo uno 0,70% massimo da corrispondere agli intermediari collocatori. Il rischio di credito è teoricamente assai basso, per non dire nullo. Le agenzie di rating assegnano alle emissioni obbligazionarie dell’ente sovranazionale il giudizio AAA, per intenderci lo stesso di cui godono i Bund della Germania.

La finalità dell’emissione consiste nell’offrire sostegno ai paesi in via di sviluppo. Essa si contraddistingue per l’osservanza scrupolosa dei principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Investire nei bond della Banca Mondiale, quindi, significa anche contribuire alla riduzione della povertà e delle diseguaglianze nel pianeta. Allo stesso tempo, non possiamo non notare che la cedola fissata sia relativamente bassa. In effetti, un BTp a 5 anni ci offre oggi poco meno del 4%. D’altra parte, stiamo parlando di un’obbligazione massimamente affidabile sul piano creditizio.

Bond Banca Mondiali, ecco i rischi

Tralasciando il rischio di credito, che, come detto, è da considerarsi trascurabile, l’investitore si trova ugualmente a fronteggiare altri rischi. Uno ha a che fare con la scarsa liquidità del titolo, visto l’importo scarno in emissione.

Se non si formasse un adeguato mercato secondario per gli scambi, risulterebbe complicato rivendere alle condizioni date tempestivamente. Inoltre, il rimborso anticipato espone l’obbligazionista al rischio di dover rinunciare alle cedole fino a un periodo di tre anni, magari dovendosi accontentare di reinvestire sul mercato a tassi inferiori.

C’è, infine, il rischio di quotazione. I bond della Banca Mondiale sono “safe asset” ambiti nelle fasi di “risk-off” sui mercati internazionali. L’eventuale allentamento delle tensioni geopolitiche e/o il miglioramento delle condizioni macroeconomiche globali riaccenderebbero l’appetito per il rischio e ridurrebbero il valore di mercato dei titoli emessi dall’ente sovranazionale. Sarebbe un problema per chi dovesse o volesse rivendere prima della scadenza.

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