Le recenti elezioni in Messico hanno attirato l’attenzione del mondo, pur relativamente scarsa, sull’economia emergente al Sud degli Stati Uniti. E’ stata Claudia Sheinbaum a vincere, prima donna che ricoprirà la massima carica dello stato e appartenente allo schieramento di sinistra dell’uscente Andres Manuel Lopez Obrador. La valuta si è tendenzialmente apprezzata contro l’euro negli ultimi anni, dopo avere sofferto un po’ agli inizi della pandemia. Sembra il caso di analizzare un bond in pesos messicani (ISIN: XS2017796694) emesso nel giugno del 2019 dalla Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (Birs).

Quotazione di mercato a 90 centesimi

L’emissione avvenne alla pari, cioè al 100% del suo valore nominale. Il lotto minimo fu fissato in 100.000 pesos, corrispondenti al cambio vigente allora a circa 4.577 euro. Questo bond in pesos messicani attualmente sul mercato secondario si acquista per 90 centesimi, cioè nettamente sotto la pari. A fronte di una cedola lorda del 7,07% annuale e corrisposta ogni sei mesi, il rendimento oggi viaggia a poco meno del 10%, in area 9,90%.

Calcolo rendimento netto reale dall’emissione

Com’è andata sinora a coloro che investirono all’emissione? Prima di tutto, dobbiamo monitorare le cedole sin qui staccate per convertirle in euro ai tassi di cambio vigenti alle rispettive date. Ebbene, scopriamo che in cinque anni il bond in pesos messicani ha offerto un rendimento cedolare del 35,9%. Al netto dell’imposta del 12,50%, scendiamo al 31,4%. Bisogna anche considerare che in questo lasso di tempo l’inflazione italiana è stata cumulativamente del 16,5%. Pertanto, il rendimento netto reale risulta del 14,9%.

E se oggi decidessimo di rivendere il bond in pesos messicani? Il nostro capitale risulterebbe da un lato deprezzato in termini di quotazione, dall’altro rivalutato in base al cambio rispetto all’emissione. Incasseremmo sopra 4.670 euro, a cui sommeremmo un rateo di oltre 14 euro per la cedola maturata dall’ultimo pagamento del 26 giugno scorso.

Sommando le cedole sin qui staccate, il nostro rendimento complessivo lordo salirebbe al 38,3%, pari al 33,5% netto. In termini reali, il 17%. Non sarebbe tantissimo in cinque anni, ma si consideri che avremmo investito in un titolo con rating tripla A.

Bond in pesos messicani, incognite da Trump e Sheinbaum

Da qui alla scadenza del 26 giugno 2029 può accadere che il bond in pesos messicani ci offra un rendimento più alto per l’effetto cambio. Se l’euro perdesse quota contro la valuta emergente, il valore del capitale s’innalzerebbe. Viceversa, se fosse questa a deprezzarsi contro la moneta unica. C’è da dire che i pesos sembrano avere qualche margine di rafforzamento, anche se le variabili in gioco sono diverse. In primis, quale sarà l’effettiva politica economica della nuova presidenta? E l’eventuale ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump peserà ancora negativamente sul cambio, come avvenne con la sua vittoria nel 2020? Il tycoon fu artefice di una politica commerciale di tendenziale chiusura con il Messico. E le esportazioni verso gli Stati Uniti sono vitali per l’economia emergente, nonché per il suo tasso di cambio.

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