Se i tassi di interesse fissati dalla Banca Centrale Europea ci sembrano alti, evidentemente abbiamo poca dimestichezza con quanto accade nel resto del mondo. In Brasile, il cosiddetto tasso Selic è salito fino al 13,75%. Il presidente Lula, tornato alla guida del governo per la terza volta all’inizio di quest’anno, ha attaccato duramente il governatore Roberto Campos Neto, reclamando un taglio dei tassi. Detto, fatto. Il Selic è sceso di un punto percentuale al 12,75% tra agosto e settembre. Resta tra i più alti al mondo.

La stretta monetaria per combattere l’inflazione fu varata già a inizio 2021 e ha avuto un forte impatto sui bond sovrani del Brasile.

Deficit su con Lula

Al momento, il rendimento decennale viaggia a ridosso del 12%. Più i toni alla Federal Reserve si mostrano duri, maggiori gli spread pretesi dal mercato. Dobbiamo ricordare che i bond del Brasile hanno rating “non investment grade”: BB- per S&P, BB per Fitch e Ba2 per Moody’s. Le condizioni fiscali con il ritorno della sinistra al governo stanno peggiorando. Nei dodici mesi ad agosto, il deficit statale è salito al 7,3% contro il 4,6% dell’intero 2022. Il debito pubblico tende al 75% entro fine anno.

Verso emissione ESG in difesa dell’Amazzonia

Prossimamente, il Brasile emetterà un bond ESG per finanziare la difesa dell’Amazzonia con opere di riforestazione. L’operazione non convince del tutto il mercato, perché il rischio consiste nel fatto che Lula possa semplicemente attingere ad un paio di miliardi di dollari con la scusa dell’ambiente (“greenwashing“). La sua politica fiscale espansiva crea qualche apprensione.

E se nell’ultimo anno avessimo investito nei bond del Brasile in valuta locale? Facciamo due conti. Il riferimento è alla scadenza 1 gennaio 2033 con cedola 10% (ISIN: BRSTNCNTF212). Un anno fa, avremmo comprato il titolo per quasi 93 centesimi, all’incirca lo stesso prezzo odierno.

Il problema è che nel frattempo il real si è indebolito contro l’euro di quasi il 4,5%. Tuttavia, grazie alla maxi-cedola il bilancio sarebbe stato ugualmente positivo. Il rendimento effettivo esitato dall’investimento risulterebbe, infatti, di circa il 4%.

Rischi per bond Brasile da taglio tassi

L’incipiente taglio dei tassi, però, più che un’opportunità, in questa fase deve essere visto come una spada di Damocle pendente sulla testa dei bond del Brasile. L’inflazione resta sopra il target ed è risalita sia a luglio che ad agosto, arrivando al 4,6%, dato massimo da marzo. Non a caso, anche i rendimenti sovrani stanno risalendo. Al contrario, il cambio si sta indebolendo. La prima economia del Sud America, poi, sta crescendo meglio del previsto, ma c’è il rischio che il governo la stia sovrastimando (+3,2% da +2,5% a luglio) per disporre di maggiori margini fiscali e sovra-indebitarsi.

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