Che sia un buon momento per i bond emergenti, lo sappiamo da qualche mese a questa parte. C’è aria di taglio dei tassi di interesse tra le principali banche centrali. I rendimenti sovrano scendono e l’appetito per il rischio sale. E venerdì scorso è stato promosso il Paese che per alcuni analisti e investitori è diventato lo studente disciplinato da coccolare. L’agenzia S&P ha mantenuto invariato il rating a BB-, terzo gradino più alto dell’area “junk”, ma migliorando l’outlook da stabile a positivo.

Un passo che può portare nei prossimi mesi ad alzare il giudizio sul merito creditizio dell’economia africana.

Punti di forza per Costa d’Avorio

Ci sono diverse ragioni alla base di questa promozione. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) stima la crescita del Pil al 6,5% per quest’anno, in aumento dal 6,2% del 2023. E a gennaio la Costa d’Avorio interruppe la “siccità” di quasi due anni per le emissioni sui mercati internazionali, collocando un bond in doppia tranche per 2,6 miliardi di dollari. Poiché il funding per quest’anno è stimato in 4 miliardi, con quella sola operazione c’è stata la copertura di oltre il 50%. Per non parlare degli stanziamenti per 4,8 miliardi decisi dall’FMI, al fine di venire in soccorso di un’economia alle prese con il crollo dei raccolti di cacao.

La Costa d’Avorio è principale produttore di questa prelibata materia prima con raccolti pari a un terzo dei livelli mondiali. Nella stagione 2023/2024 si sono contratti di un terzo a causa principalmente della siccità. Ed ecco che tra tutti i bond emergenti dell’Africa sub-sahariana, dopo la decisione di S&P il debito ivoriano è diventato quello con i giudizi migliori. Esso si è attestato poco sopra il 58% del Pil a fine 2023, mentre il deficit è sceso al 5,3%.

Fattori critici, malgrado il rally

Tra i punti di debolezza troviamo l’alto rapporto tra debito ed entrate, pari al 352%.

La mediana per gli stati con rating BB risulta del 200%. Questo limita i margini di upgrade del rating, a meno che non salgano le entrate fiscali e/o il debito scenda. Per quanto in calo, poi, le partite correnti l’anno scorso hanno esitato un saldo passivo per il 5,3% del Pil. Dunque, il loro impatto sulle riserve valutarie è fortemente negativo.

Dicevamo, le emissioni in dollari Usa della Costa d’Avorio a inizio anno furono i primi bond emergenti dell’Africa sub-sahariana sui mercati internazionali dopo circa due anni. Nel dettaglio, la scadenza del 30 gennaio 2033 e cedola 7,625% (ISIN: XS2752065040) ha ora una quotazione di 98,32 centesimi, corrispondente a un rendimento in area 8,05%. La scadenza del 30 gennaio 2037 con cedola 8,25% (ISIN: XS2752065479) sfiora i 98 centesimi e rende attualmente intorno all’8,70%.

Buon momento per bond emergenti

Da inizio maggio questi bond emergenti sono in rally, beneficiando delle buone notizie che arrivano proprio a proposito della Costa d’Avorio. In generale, questo è considerato un buon momento per i mercati emergenti in valute forti. Nei giorni scorsi vi abbiamo proposto sul tema una specifica intervista rilasciata dal manager di GemBond.

[email protected]