Ieri, Ferrari ha avviato e concluso il collocamento di un bond unsecured con scadenza nel maggio 2030, per cui della durata di sei anni. L’importo emesso è stato di 500 milioni di euro, mentre gli ordini sono arrivati a 1,2 miliardi. Il prezzo di emissione è stato di 99,677 centesimi con una cedola del 3,625%. La data di regolamento è stata fissata per il prossimo 21 maggio.

Aria di taglio dei tassi

Ferrari ha avviato nella mattinata di oggi il collocamento di un bond unsecured della durata di sei anni e per un importo atteso nell’ordine dei 500 milioni di euro.

Ad occuparsi dell’operazione sono Bnp Paribas, Citi, Credit Agricole, JP Morgan, Mediobanca, Santander e Mediobanca in qualità di Joint Bookrunner. L’emissione sta avvenendo in una fase di ritrovato interesse del mercato per il comparto obbligazionario. Siamo alla vigilia del quasi certo taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE). I rendimenti sono scesi dall’apice toccato nell’autunno scorso, sia sul mercato sovrano che corporate. Tuttavia, sono risaliti parzialmente in questa prima parte del 2024 per assestarsi in vista della riduzione del costo del denaro.

Emissione bond Ferrari, ecco possibile cedola

Stando alle prime indicazioni, il bond Ferrari partirebbe da un rendimento di 120 punti base o 1,20% in più sul tasso midswap. Poiché questo si attesta al 2,85% per la scadenza a sei anni, il livello di partenza si aggira intorno al 4,05%. Verosimile che la cedola venga fissata intorno al 4% o anche più bassa, essendo frequente durante i collocamenti sindacati che i livelli di rendimento scendano man mano che gli ordini degli investitori internazionali affluiscono.

Rating IG e bilanci solidi

I bond Ferrari hanno rating “investment grade”. Crif assegna loro il giudizio BBB+, superiore a quello che le agenzie di valutazione principali conferiscono ai titoli di stato italiani. Parliamo di una società, che nell’esercizio 2023 ha maturato ricavi per 5,97 miliardi e un utile netto di 1,26 miliardi.

I numeri sono migliorati ulteriormente nel primo trimestre di quest’anno: utile in crescita del 19% a 352 milioni e ricavi del 10,9% a 1,59 miliardi. La posizione netta industriale è passata dai -99 milioni del 31 dicembre ai +38 milioni del 31 marzo. La liquidità aziendale è aumentata a 1,97 miliardi.

Marchio fortissimo, profitti unitari alle stelle

Da notare che per BrandFinance il marchio Ferrari risulta tra i pochi al mondo ad avere rating AAA+, il massimo assegnato della scala dei giudizi, riflettendo una forza che non ha eguali nel mondo. Ciò consente alla Casa di Maranello di ottenere un profitto medio di 92.220 euro per ciascuna delle 13.663 vetture vendute nel 2023. Tale dato corrisponde al profitto prodotto da 33 auto Stellantis o a 42 Toyota, tanto per fare qualche paragone. Le azioni Ferrari sono cresciute in borsa del 23% quest’anno, del 40% nei dodici mesi e dell’832% dall’inizio della quotazione nel gennaio 2016.

Rendimento bond Ferrari a confronto con BTp

Riepilogando, il bond Ferrari probabilmente offrirà un rendimento attorno al 4% o anche meno per un investimento di sei anni. Non è tanto. Considerate che il BTp di pari durata rende attualmente quasi il 3,50%, ma al netto della diversa imposizione fiscale (12,5% contro il 26% sulle obbligazioni private), l’emissione in corso finirebbe per offrire tanto quanto o persino meno del bond del Tesoro. D’altra parte, il rischio di credito risulta essere teoricamente molto basso. Tra i titoli in circolazione, la scadenza del 27 maggio 2025 con cedola 1,50% (ISIN: XS2180509999) si acquista per 97,22 centesimi sul mercato secondario e offre così un rendimento del 4,30%.

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