Ieri, il Tesoro del Giappone ha emesso bond a 10 anni per 2.700 miliardi di yen (circa 17 miliardi di euro). Il rendimento minimo esitato è stato dello 0,668%, superiore allo 0,65% vigente sul mercato secondario. Domani sarà la volta dei bond a 30 anni per altri 900 miliardi di yen (5,7 miliardi di euro). Le attese sono per una domanda debole, così com’è avvenuto in tutte le aste delle ultime settimane. Se fosse il titolo di un film, si chiamerebbe “Quando meno te l’aspetti”. Proprio ora che le principali banche centrali stanno ponendo fine alla stretta monetaria, la pressione su bond del Giappone e yen si sta rafforzando.

Il cambio contro il dollaro è salito sopra 147 nella seduta di ieri, segnando un calo dell’11% da inizio anno. La valuta nipponica è tornata ai minimi da dieci mesi. Per trovare un cambio più debole, dobbiamo tornare agli inizi del novembre scorso.

Cosa sta accadendo? Il nuovo governatore centrale Kazuo Ueda, succeduto a Haruhiko Kuroda nell’aprile scorso, questa estate ha portato dallo 0,50% all’1% il rendimento massimo tollerato per il bond del Giappone a 10 anni. Alla fine dello scorso anno, l’istituto aveva raddoppiato da 0,25% a 0,50% la soglia di tolleranza. Anche se la politica monetaria è rimasta incredibilmente invariata – i tassi di interesse restano fissati al -0,10% – il mercato ha colto il segnale. Progressivamente, si attende che i rendimenti nipponici vengano innalzati.

Cresce pressione su BTp

L’attenzione si sposta al board di fine mese, quando Ueda dovrà comunicare gli acquisti condotti a favore dei bond decennali. I cosiddetti “rinban” risultano attualmente pari a 2.700 miliardi di yen al mese, la stessa quantità emessa mensilmente dal Tesoro. Se fossero ridotti, sarebbe la conferma che Ueda punti a far lievitare i rendimenti sovrani. Pertanto, gli operatori non se la sentono di comprare oggi a rendimenti dello 0,65%, intravedendo la possibilità che da qui a fine anno questi salgano fino allo 0,80-0,90%.

Se i bond del Giappone si deprezzano e offrono rendimenti più alti, questa non è una buona notizia per il mercato obbligazionario europeo. Cresce la concorrenza ai danni dei nostri titoli di stato. La pressione sugli stessi BTp aumenta. Anche gli investitori nipponici trovano al momento più conveniente attendere di capire cosa accadrà in patria, anziché legarsi le mani acquistando bond esteri.

Bond Giappone più attrattivi con aumento rendimenti

In termini reali, i bond del Giappone a 10 anni offrono al momento un -2,65% contro il -1,20% dei BTp di pari durata. I dati si ricavano attingendo agli ultimi dati disponibili sui tassi d’inflazione nei due paesi. L’eventuale lievitazione dei rendimenti nel Sol Levante ridurrebbe il calo di quelli europei nei prossimi mesi. C’è il fattore cambio da considerare nella valutazione dei rendimenti effettivi. Lo yen è quasi ai livelli più deboli degli ultimi venticinque anni. Un suo apprezzamento con una timida normalizzazione monetaria a Tokyo favorirebbe l’afflusso di capitali esteri sui bond del Giappone per lucrare sull’apprezzamento del cambio.

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