Nuovo minimo storico per la lira turca. La valuta di Ankara si è deprezzata nuovamente contro dollaro ed euro a seguito della decisione della Banca Centrale di avviare aste a termine di valuta estera regolate in lire turche, con l’intenzione di raggiungere una posizione di vendita di valuta straniera pari a un massimo di 3 miliardi di dollari entro la fine del 2017.

Così, per chi è a caccia di obbligazioni ad alto rendimento in lire turche (TRY), da oggi c’è un nuovo bond emesso dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI) negoziabile presso Borsa Italiana e che gode della massima affidabilità sui mercati internazionali (rating AAA).

 

Bond in lire turche BEI 10% 2022 caratteristiche

 

La BEI ha emesso obbligazioni in lire turche per 150 milioni lo scorso 28 febbraio 2017 collocandole al prezzo di 97,95. I bond BEI 10% 2022 (Isin XS1574041999), sono negoziabili per importi minimi di 1.000 lire turche, circa 250 euro, presso Borsa Italiana, segmento Mot, e sul mercato grigio OTC (over the counter) al prezzo di 93% per un rendimento a scadenza del 13% circa. Il bond paga una cedola a tasso fisso pari al 10% il 7 marzo di ogni anno e va a rimborso in unica soluzione il 7 marzo 2022. Benchè l’emittente sia pienamente affidabile in quanto a regolare pagamento di interessi e rimborso capitale, il rischio cambio non è da sottovalutare. Imposta sostitutiva agevolata al 12,50%, al pari dei titoli di stato.

 

Lira turca si è indebolita del 29% in un anno

 

La moneta della Turchia ha proseguito quest’anno nella sua fase di indebolimento nei confronti dell’euro. Il declino della lira turca negli ultimi 12 mesi è eclatante: ha perso il 29% nei confronti della moneta unica toccando i minimi degli ultimi 30 anni (secondo i dati elaborati da Bloomberg) nei confronti del dollaro Usa a quota 3,91. Alla base della debolezza della valuta vi è l’instabilità politica successiva al tentato colpo di Stato dello scorso anno e i più recenti episodi di terrorismo che hanno allontanato gli investitori dalla Turchia.

Ciò nonostante, le autorità monetarie di Ankara hanno fatto sapere di monitorare costantemente l’andamento dei cambi e di avere a disposizione ogni mezzo per poter difendere la loro moneta. Oltre a ciò vi sono le previsioni di rallentamento della crescita economica, come stimate dal Fondo Monetario Internazionale e dallo stesso governo turco che hanno rivisto al ribasso la crescita del Pil per il 2017. Di contro, vi sono però le proiezioni degli analisti di Standard & Poor’s i quali sostengono che lo scenario peggiore è già stato ampiamente scontato dal mercato e hanno rivisto l’outlook sul rating del Paese da stabile a positivo.