I rating sono impietosamente bassi (CCC+/CCC/Caa3 per S&P/Fitch/Moody’s), a segnalare l’altissimo rischio di default scontato dalle agenzie internazionali nel valutare l’affidabilità del debito sovrano. Eppure, nell’ultimo anno i bond del Pakistan denominati in dollari Usa hanno registrato imponenti rialzi. Addirittura, finanche le scadenze più corte sono riuscite a più che raddoppiare il loro prezzo. E se nelle ultime settimane si stanno prendendo una pausa, la riesumazione del rally potrà avvenire a breve, in considerazione di diversi fatti.

Bond Pakistan sostenuti da FMI

Per prima cosa, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) si è impegnato a erogare a Islamabad altri 1,1 miliardi di dollari al più presto. La crisi politica apertasi un paio di anni fa con la sfiducia all’allora premier Imran Khan, poi arrestato con accuse di corruzione, sembra rientrata. A febbraio si sono tenute nuove elezioni e alla guida del governo c’è da marzo il premier Shehbaz Sharif. Per quanto la situazione finanziaria resti molto critica, il sostegno di Washington implicherebbe che il peggio sia alle spalle.

Rally obbligazionario a tre cifre

L’inflazione è scesa all’11,8% e lunedì la banca centrale ha iniziato a tagliare i tassi di interesse dal 22% al 20,5%. Dai minimi del settembre scorso, il cambio contro il dollaro si è apprezzato di oltre il 10%. I capitali stranieri stanno riaffluendo a beneficio proprio dei bond del Pakistan in valuta estera. La scadenza 8 aprile 2031 con cedola 7,375% (ISIN: XS2322319638) quota sopra gli 80 centesimi dai 32-33 a cui era sprofondata nel giugno dello scorso anno. Un rialzo di circa il 130%, che non impedisce ancora al rendimento di offrire poco meno del 12% all’anno lordo.

La scadenza 8 aprile 2051 con cedola 8,875% (ISIN: XS2322321964) sfiora i 77 centesimi contro i 32,50 dei minimi di un anno fa. E offre più del 12%. Infine, la scadenza 8 aprile 2026 con cedola 6% (ISIN: XS2322319398) giace sotto 90 centesimi dal minimo di 35 toccato l’anno scorso, offrendo ancora oltre il 13,10%.

I bond del Pakistan hanno corso tanto e rendono ugualmente parecchio.

Debito sovrano estero sotto forma di prestiti

Il debito pubblico ha chiuso il 2023 al 71,1%, qualcosa come 256 miliardi di dollari. Di questi, circa 100 miliardi risultavano denominati in valuta straniera, per l’80% a medio-lungo termine. Aspetto non meno interessante, appena 7,8 miliardi erano stati contratti sotto forma di Eurobond e Sukuk. Dunque, la stragrande maggioranza del debito sovrano estero del Pakistan si ha in prestiti bilaterali e multilaterali, con stati esteri come la Cina e agenzie come l’FMI, per loro natura più flessibili nei casi di crisi.

Il problema risiede nelle basse riserve valutarie: appena 13,4 miliardi, a fronte di una ventina di miliardi di debiti da rinnovare entro l’anno. Tra l’altro, la bilancia commerciale esita disavanzi cronici, così come le partite correnti, pur in apparente miglioramento. La crescita non è entusiasmante, stimata dalle Nazioni Unite al 4,4% per quest’anno e il prossimo. Il deficit fiscale resta, invece, elevato: 7,7% del Pil nel 2023 e al 5-6% atteso per quest’anno.

Bond Pakistan su con ripresa globale

I rischi nell’investire nei bond del Pakistan non mancano, anche se forse il peggio è alle spalle. La ripresa della rupia e dei prezzi obbligazionari invia un segnale positivo. C’è anche da considerare che quasi un terzo delle esportazioni del Paese si hanno verso Stati Uniti, Cina e Germania. Le condizioni macro di queste e altre principali economie incidono sul potenziale di crescita del Pakistan. L’allentamento monetario globale avrebbe doppiamente riflessi positivi su Islamabad: sosterebbe la crescita del Pil e renderebbe relativamente più appetibili i titoli del debito in valuta locale e straniera.

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