Nei giorni scorsi la Romania ha raccolto 3,2 miliardi di euro con due nuovi bond a medio-lungo termine. Ha incassato 1,8 miliardi con la scadenza del 30 maggio 2032 e cedola 5,25% (ISIN: XS2829209720) e altri 1,4 miliardi con la scadenza del 30 maggio 2037 e cedola 5,625% (ISIN: XS2829810923). Bucarest non fa ancora parte dell’Area Euro, per cui formalmente si tratta di emissioni in valuta estera. Da anni, comunque, tiene il tasso di cambio del suo leu ancorato alla moneta unica.

Rating “junk”

I bond della Romania hanno valutazioni medio-basse.

Le agenzie di rating assegnano loro i seguenti giudizi: BBB- per S&P e Fitch, Baa3 per Moody’s. In tutti e tre i casi basterebbe un declassamento per portare il debito pubblico rumeno in area “non investment grade” o “spazzatura”. Rispetto al Pil ha un rapporto ancora basso: 48,8% nel 2023. Tuttavia, il deficit fiscale rimane elevato, essendosi attestato al 5,6% lo scorso anno. Per fortuna il Pil dovrebbe accelerare la crescita dal 2,1% del 2023 al 3,3% atteso.

Il problema principale per chi volesse investire nei bond della Romania riguarda il livello delle riserve valutarie con cui Bucarest dovrà provvedimenti ai pagamenti. Ammontano a 62,5 miliardi di euro, a fronte di 178 miliardi di esposizioni con l’estero. Di questi, 48 miliardi risultano in scadenza entro dodici mesi. E bisogna considerare che il paese esita cronicamente un saldo commerciale e corrente negativo. Dunque, tende ad intaccare le riserve.

Bond Romania, rendimenti e rischi medio-alti

Tornando alle emissioni recenti, il bond della Romania con scadenza nel 2032 quota oggi a 98 centesimi, offrendo un rendimento lordo superiore al 5,55%. La scadenza del 2037 si acquista anch’essa a 98 centesimi, rendendo il 5,85%. Livelli elevati e superiori a quelli offerti dagli stessi BTp di pari durata, anche se l’investitore si assumerebbe un rischio medio-alto. L’investimento avrebbe un senso dal punto di vista non soltanto economico, ma anche di differenziazione del portafoglio sul piano geografico, pur dovendosi mettere in conto un abbassamento della qualità media.

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