E’ un momento abbastanza difficile per le valute emergenti, che risentono più di tutte della crisi internazionale esplosa con l’emergenza Coronavirus. Peso messicano, real brasiliano, rand sudafricano, rublo russo e lire turche risultano tra le più colpite. Particolarmente danneggiati sono i tassi di cambio dei paesi esportatori di petrolio, i quali accusano direttamente il crollo delle quotazioni. Ma quando le valutazioni diventano molto basse, a meno che ancora non abbiano toccato il fondo, in prospettiva s’intravedono i guadagni.

La lira turca nel breve periodo potrebbe beneficiare del crollo del greggio, grazie alla ridotta bolletta energetica che si scaricherebbe sui prezzi, accelerando il processo in corso di disinflazione dell’economia emergente. E più bassa l’inflazione, più alti i tassi reali, da mesi ormai negativi.

L’ennesimo taglio dei tassi in Turchia spinge il rendimento a 2 anni ai minimi dal 2016

Il cambio si apprezzerebbe nel caso in cui il tasso d’inflazione scendesse al di sotto dei tassi d’interesse, quanto meno cesserebbe di deprezzarsi. E per chi detenesse assets in lire turche sarebbe una buona notizia. Tra le forme di investimento a breve termine e a rischio di credito sostanzialmente nullo vi presentiamo oggi le obbligazioni emesse dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) in lire turche e in scadenza il prossimo 7 ottobre, la cui cedola annuale è del 9,125% (ISIN: XS1224031903).

Rendimento appetibile con la lira stabile

Trattandosi di un organismo sovranazionale e godendo del massimo rating da parte delle agenzie di valutazione (“AAA”), nessun dubbio sul merito creditizio dell’emittente. Invece, i titoli sono soggette a forte rischio di cambio, visto che nell’ultimo anno, ad esempio, la lira contro l’euro ha perso più del 12% e nell’ultimo decennio la media annua di poco meno del 6%. Ieri, prezzavano a 96,79 centesimi e considerando che l’ultima cedola annuale sarà erogata alla scadenza, per cui nel caso di acquisto ci spetterebbe di essa poco meno della metà e dovremmo corrispondere al venditore quanto maturato sino ad oggi, il rendimento effettivo alla scadenza risulterebbe superiore al 5%.

Infatti, acquisteremmo sotto la pari, ma dovremmo sborsare un altro 5% rispetto al valore nominale del titolo per versare al venditore il rateo della cedola sin qui maturata, per un costo totale di 101,8 centesimi. In compenso, alla scadenza ci porteremmo a casa circa 104,11 centesimi, pari a un rendimento del 2,3%, che su base annua diverrebbe di poco superiore al 5%. Certo, se nel frattempo il cambio tra lira ed euro tendesse a 8, accuseremmo una perdita, ma se restasse nei pressi del rapporto attuale o, addirittura, scendesse verso quota 7, riporteremmo guadagni insperabili sui mercati avanzati per una scadenza così corta e relativamente a un bond così sicuro.

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