Cambio e bond sudafricani su con la rielezione di Cyril Ramaphosa come presidente per un secondo mandato. Ha ottenuto 283 voti su 400 e ben più dei 201 richiesti per la maggioranza assoluta. Nonostante il suo partito sia andato incontro a una disfatta elettorale a fine maggio, grazie all’accordo con Alleanza Democratica il prossimo governo può reggersi su numeri solidi. E l’esito delle trattative piace ai mercati, con il rand sudafricano a guadagnare il 3,8% rispetto ai minimi toccati contro il dollaro agli inizi di giugno.

ANC di Mandela costretto all’accordo con i “bianchi”

L’African National Congress (ANC), partito panafricano che fu di Nelson Mandela, ha conquistato solo 159 seggi con il 40% dei consensi, perdendo la maggioranza assoluta per la prima volta dal 1994, cioè da quando si tengo elezioni libere con la fine dell’apartheid. Alleanza Democratica di John Steenhuisen, formazione liberale considerata espressione dei bianchi del Sudafrica, di seggi ne ha conquistati 87. Al terzo posto l’MK dell’ex presidente Jacob Zuma con 58 seggi. Un dato clamoroso per un partito appena nato. A seguire i marxisti dell’EFF di Julius Malema con 39 seggi.

Dopo le elezioni del 29 maggio, il mercato ha temuto un’alleanza tra ANC e i partiti alla sua sinistra. Tra i punti programmatici di questi ultimi vi è l’esproprio delle terre ai bianchi e la nazionalizzazione delle società minerarie. Ha prevalso il buon senso, forse anche la convenienza politica. Zuma pretendeva che Ramaphosa si facesse da parte. Per questo il presidente uscente ha preferito un accordo con il centro-destra e altre formazioni minori sempre conservatrici.

Bond sudafricani in rialzo dai minimi

I bond sudafricani ne hanno beneficiato doppiamente. Quelli denominati in valuta locale si sono apprezzati per gli investitori stranieri sia per l’effetto cambio che per il rialzo delle quotazioni. La scadenza del 28 febbraio 2041 con cedola 6,50% (ISIN: ZAG000077488) è schizzata da meno di 57 a 59,75 centesimi in meno di due settimane, balzando di oltre il 5%.

La scadenza del 31 dicembre 2051 con cedola 4,464% (ISIN: ZAG000096603) quotava a meno di 60 centesimi agli inizi di giugno e oggi si aggira sopra 61 centesimi.

Il balzo è stato forte anche, se non particolarmente, per i bond sudafricani denominati in dollari Usa. Prendete la scadenza del 22 giugno 2030 con cedola 5,875% (ISIN: US836205AY00): +3,2% da fine maggio a 95,53 centesimi. La scadenza del 20 aprile 2032 con cedola 5,875% (ISIN: US836205BC70) ha guadagnato altrettanto e nello stesso periodo, salendo a quasi 93 centesimi.

Mercati sperano in politiche pro-business

Come si spiega il trend? Non c’è solo il pericolo scampato di un nuovo governo di ultra-sinistra. L’accordo siglato con il centro-destra favorirebbe politiche pro-business a sostegno della crescita economica e degli investimenti stranieri. Il Sudafrica ha un grosso problema di stagnazione, povertà dilagante, corruzione e criminalità alle stelle. Servono ricette del tutto opposte a quelle propinate nei decenni passati, che sono andati nel senso di accrescere l’assistenzialismo e la burocrazia, anziché lo sviluppo e l’imprenditoria.

Bond sudafricani possono respirare nel breve periodo

I bond sudafricani riflettono questa speranza, ma i rischi restano. L’accordo non implica automaticamente una sua traduzione in politiche concrete. Da sinistra l’ANC sarà molto pressato da chi, come Malema, accusa il presidente Ramaphosa di essersi “venduto ai bianchi”. All’interno dello stesso partito esiste una corrente contraria all’alleanza con il centro-destra, temendo di perdere l’appeal sinora garantito loro dal fatto di essere stati il partito di Mandela. Ma lo scenario peggiore è stato escluso e per il momento tanto basta ai mercati per festeggiare. La perdita del monopolio del potere per l’ANC è percepita come un fatto strutturalmente positivo per Pretoria. Induce il governo a trattare con altre formazioni e a non dormire più sugli allori.

[email protected]