Ieri, il Tesoro ha emesso all’asta BoT a 12 mesi, scadenza 12 agosto 2022, a un rendimento lordo del -0,513%. Il prezzo di collocamento esitato è stato, infatti, di 100,521. Si è trattato del dato più basso di sempre e, soprattutto, ha segnalato che i mercati hanno ritrovato la piena fiducia nel Bel Paese. Oggi, il titolo che scade il 14 luglio dell’anno prossimo offre un rendimento del -0,54%. Questi numeri dimostrano che gli investitori istituzionali come le banche stiano preferendo prestare denaro al governo italiano, anziché parcheggiarlo presso la BCE a tassi meno negativi.
La BCE ha fissato da tempo il tasso sui depositi overnight al -0,50%. Questo significa che le banche devono pagare per portare a Francoforte la loro liquidità in eccesso. Dunque, meglio l’Italia della BCE? Sembra incredibile solo a pensarlo. Nel novembre 2011, la crisi dello spread esplose definitivamente rompendo ogni indugio, allorquando il Tesoro emise BoT a 6 mesi al rendimento record del 6,4%.
Asta BoT e politica BCE
L’asta BoT di ieri ha archiviato una fase storica che si era protratta fin troppo sui mercati. Non siamo di certo fuori dai guai, tant’è che continuiamo a offrire i rendimenti sovrani più alti di tutta l’Eurozona. Ma almeno la percezione che gli investitori stanno avendo in questi mesi dell’Italia è non solo positiva, ma anche di un Paese dalla guida sicura e leader in Europa.
Da cos’altro è dipeso il successo dell’asta BoT? Certamente, dalla politica monetaria ultra-espansiva della BCE. Francoforte ha segnalato che non correrà ad alzare i tassi, tanto da avere ridefinito il target d’inflazione per guadagnare tempo. Al contempo, l’economia italiana sta crescendo a ritmi nettamente superiori alle precedenti previsioni, con la prospettiva di riportarsi ai livelli pre-Covid da qui ad un anno. Non era scontato e, soprattutto, questo scenario attenua i rischi sovrani.