Il mese di maggio si chiude con il rendimento del BTp a 10 anni al 4%, tornato ai livelli più alti dal dicembre scorso. Ciononostante, lo spread si mantiene in area 130 punti base, ai minimi dell’anno. Ad essere lievitato in proporzione di più è stato il rendimento tedesco. Il BTp decennale viaggia a circa il 2,70%. Aveva aperto il 2024 al 2%. E pensare che la prossima settimana la Banca Centrale Europea (BCE) taglierà i tassi di interesse dello 0,25%. Una quasi certezza, anche se l’inflazione nell’Eurozona a maggio è risalita al 2,6%.

Aspettative meno “dovish” sui tassi BCE

Il BTp a 10 anni al 4% sarà magari una cattiva notizia per il governo che deve tenere a bada i costi di emissione. Per le famiglie, invece, rappresenta un’opportunità d’investimento. L’inflazione italiana è attualmente scesa sotto l’1% su base annuale e il mercato prevede che rimarrà poco sopra tale soglia anche nei prossimi anni. Le prospettive per questo bond sono, dunque, positive. Il rendimento netto reale atteso sarebbe ben sopra il 2%.

In questa fase, il BTp a 10 anni che funge da benchmark è la scadenza dell’1 luglio 2034 con cedola 3,85% (ISIN: IT0005584856). Ma cosa succede esattamente sul mercato? Per capirlo, dobbiamo guardare alle aspettative sui tassi di interesse. A tale proposito, sappiamo che l’Euribor a 3 mesi tende a seguire l’andamento dei tassi sui depositi bancari, ad oggi fissati dalla BCE al 4%. I futures per i prossimi due anni scontano un valore medio del 3,05%, sostanzialmente simile al 3,10% del Bund a 2 anni. Anch’esso è strettamente legato ai tassi di Francoforte.

BTp 10 anni interessante con calo inflazione

Tuttavia, all’inizio del 2024 il rendimento biennale tedesco si aggirava sotto il 2,40%. In pratica, gli investitori stanno scontando un livello dei tassi più alto di quasi tre quarti di punto percentuale nel medio termine rispetto all’inizio dell’anno. E questo spiega perché i rendimenti obbligazionari siano risaliti dai minimi toccati a fine 2023.

Il BTp a 10 anni era arrivato ad offrire meno del 3,50%. Questi livelli potrebbero non reggere a lungo se l’inflazione nei prossimi mesi scendesse verso o sotto il target del 2% nel resto dell’Eurozona. D’altra parte, il tratto lungo della curva si apprezzerebbe in uno scenario del genere, consentendo il disinvestimento con profitto.

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