Il 2022 non sarà di certo ricordato come un anno felice per i mercati finanziari. Il ritorno inatteso dell’inflazione ha fatto risalire con una velocità impressionante i rendimenti obbligazionari, colpendo i prezzi di bond e azioni. Mai si era visto un primo semestre così nefasto. Negli ultimi mesi, c’è stato un parziale recupero, anche se a dicembre si registrano nuovi rossi. Brutto colpo, inevitabilmente, anche per i titoli di stato italiani. In questo articolo, esamineremo il bilancio dei BTp in dollari, per l’esattezza con scadenza 15 giugno 2033 e cedola 5,375% (ISIN: US465410BG26).

Ieri, questo bond esibiva una quotazione di circa 97,75 centesimi sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana. Ad essa corrispondeva un rendimento lordo annuo del 5,75%. Considerate che il decennale in euro offriva nelle stesse ore poco più del 4,60%. Pertanto, il BTp in dollari garantisce al momento un premio dell’1,15%, qualcosa come circa il 12% da qui alla scadenza. Facendo un bilancio, quest’anno il titolo ha perso oltre il 21% in termini di prezzo, solo parzialmente compensato dal +7,5% messo a segno dal dollaro contro l’euro.

BTp in dollari, occhio ad effetto cambio

All’inizio di quest’anno, la quotazione superava 124 e il rendimento si attestava in area 2,75%. Allora, il premio nei confronti del bond in euro viaggiava intorno ai 150 punti base o 1,50%. Questo significa che il rialzo dei rendimenti del BTp in dollari è stato meno veloce della scadenza in euro. Con questi dati, però, si riducono i margini di apprezzamento del cambio euro-dollaro senza che infliggano perdite all’obbligazionista. Infatti, se il biglietto verde contro la moneta unica si deprezzasse di circa il 12% da qui alla scadenza, il BTp in dollari avrà azzerato il premio offerto rispetto al bond in euro.

E ciò avverrebbe con un cambio in area 1,19 al giugno 2033. Bisogna tenere presente che a quel livello si attestava ancora nell’estate dello scorso anno.

Dunque, una risalita neppure troppo rapida del cambio euro-dollaro rischia di colpire i possessori di questi titoli. Aggiungiamo che l’azzeramento del rendimento, invece, appare un evento remoto, dato che avverrebbe solamente con un cambio in area 1,70 alla scadenza. Ma il massimo sinora toccato fu nel lontano 2008 a neppure 1,60.

Infine, va notato come il deprezzamento del dollaro tende ad offrire sostegno agli asset denominati nella valuta americana. In altre parole, nei prossimi anni il BTp in dollari potrebbe apprezzarsi, trainato dal cambio più favorevole. Per non parlare del fatto che gli investitori americani lo riterranno più appetibile man mano che i rendimenti dei T-bond continueranno a scendere. Il decennale a stelle e strisce offre meno del 3,70% attualmente, cioè oltre 200 punti o 2% in meno del BTp 2033 in dollari. E dal loro punto di vista non esiste alcun rischio di cambio, semmai solo di credito.

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